Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) prende atto dell’esito elettorale in Calabria, che ha visto la riconferma del governatore Roberto Occhiuto con una larga maggioranza, ma anche una partecipazione al voto ferma al 43%.
In una regione che da anni affronta nodi strutturali di diseguaglianza, spopolamento e precarietà, il dato dell’astensionismo appare preoccupante e denota una certa distanza fra cittadini e istituzioni.
Un diritto, quello al voto, che dovrebbe essere espressione viva della cittadinanza attiva, rischia di trasformarsi in un rito sempre più formale e disertato.
Il CNDDU invita tutte le forze politiche, a prescindere dal risultato elettorale, a leggere il dato in questione non come un semplice numero, ma come una criticità su cui intervenire.
Una comunità si rafforza solo quando ogni individuo sente che la propria voce può incidere sul destino collettivo.
La scuola, in tale contesto, resta presidio fondamentale per la formazione civica e per la costruzione di un pensiero critico.
Educare alla partecipazione significa restituire fiducia nel cambiamento, allenare alla responsabilità e all’etica pubblica.
Il CNDDU rinnova il proprio impegno affinché in ogni istituto si promuovano percorsi di cittadinanza attiva, dialogo politico non violento e cultura della legalità.
Solo così potrà germogliare una nuova consapevolezza collettiva capace di superare l’apatia e le divisioni.
Al Presidente Roberto Occhiuto, riconfermato alla guida della Regione, il CNDDU rivolge sinceri complimenti per il risultato elettorale e un augurio di buon lavoro, nella consapevolezza che la fiducia rinnovata rappresenti non solo un riconoscimento, ma anche una grande responsabilità verso i cittadini calabresi.
Ci auguriamo che il nuovo mandato possa trasformarsi in un’opportunità di crescita collettiva, capace di restituire alla Calabria centralità, dignità e speranza.
È urgente, ora più che mai, che vengano realizzati i nodi principali del programma elettorale presentato in campagna: investimenti per sanità, infrastrutture, mobilità e collegamenti interni, valorizzazione dell’agricoltura e delle aree interne, lotta al precariato e stabilizzazione del personale, politiche attive per il lavoro e per la transizione ecologica.
Solo ponendo al centro tali obiettivi si potrà sperare in un futuro migliore per le giovani generazioni.