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Fiorita ai catanzaresi: “Camminiamo insieme”

Nota a firma del sindacoNicola Fiorita
La nostra città ha bisogno di speranza. Di quella speranza concreta che si traduce in dialogo, impegno civile, costruzione di relazioni autentiche.
Le parole dell’arcivescovo Claudio Maniago, pronunciate durante la celebrazione solenne di San Vitaliano, sono risuonate come un invito, forse anche come un’urgenza: cambiare sguardo, cambiare linguaggio, cambiare passo.
L’arcivescovo Maniago ci ha offerto, con chiarezza e coraggio, una lettura autentica dei bisogni più urgenti della nostra città: i giovani lasciati soli, le ferite sociali non curate, il pericolo della rassegnazione o, peggio, della strumentalizzazione.
“La speranza non è retorica. È responsabilità comune”, dice Maniago. E le parole possono diventare ponti o muri, cura o ferita.
Come sindaco, sento forte il dovere di raccogliere questa riflessione, che diventa un accorato appello. Non possiamo limitarci a denunciare o a usare il disagio come leva politica. Abbiamo il dovere di costruire. Di unire. Di offrire prospettive.
Per questo rilancio oggi, con convinzione, la necessità di una nuova alleanza sociale ed educativa che coinvolga le istituzioni, la scuola, le famiglie, il mondo del lavoro e della cultura, le parrocchie, le associazioni.
È solo mettendo insieme le forze sane della città che potremo restituire fiducia e futuro alle nuove generazioni.
Perché – come ha detto ancora l’arcivescovo – “dove si rifondano spirito di iniziativa, passione e fiducia, lì la speranza si alza, cammina, cambia la storia”.
Non servono i toni urlati, né “la continua ricerca del nemico”, come ha detto bene monsignor Maniago. Non serve una politica che non propone ma insulta, che non dialoga ma denigra, che non cerca soluzioni ma comode indignazioni digitali, nascondendosi dietro un commento sui social o un post aggressivo.
Chi cerca “pollai” in cui far crescere il disprezzo, alimentando odio e divisioni, indebolisce il tessuto democratico e frena la crescita civile della città. Il dissenso è legittimo e necessario, ma va esercitato con serietà, con proposte, con spirito costruttivo. Lo merita Catanzaro, lo merita ogni cittadino che soffre, spera, lavora ogni giorno per migliorare le cose.
Oggi, più che mai, serve il coraggio di una politica nuova: sobria nei toni, forte nei contenuti, capace di ascoltare e di includere.
Perché, come ha ricordato l’arcivescovo, “dove prevalgono il lamento e la nostalgia, la speranza sociale è debole. Ma dove si rifondano spirito d’iniziativa, passione e fiducia, lì la speranza si alza, cammina, cambia la storia”.
La festa di San Vitaliano è stata anche questo: un momento corale, partecipato, profondo. Un segno di come Catanzaro sappia ancora unirsi, ritrovarsi, riconoscersi. E se oggi la nostra città è capace di rispondere con bellezza e civiltà, allora abbiamo il dovere di continuare su questa strada. Una strada fatta non di parole d’odio, ma di cura e responsabilità condivisa.
“Nessuno può tirarsi indietro o aspettare soluzioni dall’alto” – ha detto il vescovo. È vero. Nessuno è spettatore. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte.
Come sindaco, raccolgo con convinzione questa esortazione. E proprio a partire da uno dei punti più delicati e urgenti – il disagio giovanile – proporrò l’istituzione di un tavolo di concertazione permanente, che coinvolga istituzioni, scuola, parrocchie, terzo settore, mondo del lavoro e cultura. Perché nessuno si salva da solo.
L’invito che faccio ai catanzaresi è proprio questo: camminare insieme.
Che non è uno slogan: è una scelta quotidiana. E, oggi più che mai, un’urgenza civile e morale.
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