L’incontro di martedì 8 luglio tra i membri dell’Osservatorio Regionale Paritetico sugli Appalti Pubblici e sugli Accreditamenti Territoriali dopo i mesi di silenzio della Regione Calabria si è concluso con la ferma volontà di non protrarre questa situazione ulteriormente, poiché è concretamente drammatica. Le strutture socio-assistenziali residenziali e domiciliari calabresi non possono più attendere, gli organi preposti in primis, la Regione e l’Assessore delegato, prendano atto e si facciano carico di trovare una soluzione, prima che si arrivi al punto di non ritorno e scoppi la più grande crisi sociale dopo il Covid nella nostra regione.
A denunciarlo con preoccupazione e fermezza è la coordinatrice dell’Osservatorio, Dott.ssa Rossana Panarello (Confcooperative Calabria), che lancia un allarme:
“Non siamo più solo di fronte al rischio di una mobilitazione. Il sistema è allo stremo. Le strutture potrebbero fallire o, peggio, fermare l’erogazione dei servizi e avviare azioni legali milionarie contro la Regione Calabria e gli ambiti per i mancati adeguamenti alle normative e per la continua negazione dei diritti contrattuali riconosciuti a livello nazionale. In tutta Italia cresce l’attenzione verso il ruolo delle cooperative e delle realtà socio-assistenziali, che continuano a garantire servizi essenziali in regime di convenzione pubblica, senza però ricevere in cambio alcun sostegno né attenzione.”
Il vice coordinatore dell’Osservatorio, Walter Bloise, segretario regionale UIL FPL Calabria, pone l’accento sulle drammatiche ripercussioni sui lavoratori del settore:
“Da mesi, in molte realtà, gli stipendi non vengono erogati regolarmente, i pagamenti sono fermi e i lavoratori stanno pagando il prezzo più alto dell’inerzia istituzionale. Inoltre, le nuove norme previste dai contratti nazionali spesso non trovano applicazione nei bandi e nelle gare d’appalto locali, aggravando la disparità e vanificando il rinnovo del CCNL sottoscritto con sacrifici e responsabilità dalle parti sociali.”
Il mancato adeguamento dei sistemi tariffari, l’assenza di risposte concrete, il disinteresse nell’applicazione delle regole contrattuali e il perdurare del sottofinanziamento stanno compromettendo il diritto all’assistenza per migliaia di utenti calabresi fragili, e la sostenibilità per centinaia di lavoratori e operatori qualificati.
“A questo punto,” conclude Panarello, “non ci resta che constatare che la Regione Calabria ha scelto deliberatamente di abbandonare il comparto socio-assistenziale, nonostante i ripetuti appelli, gli incontri ufficiali e le proposte di collaborazione. Ma nessuno potrà dire di non essere stato avvisato: se non arriveranno misure urgenti, la Calabria perderà l’ultimo presidio di welfare attivo nei territori.”
L’Osservatorio, con le Organizzazioni Sindacali Regionali (FPGIL, CISLFP , FISCAT, UILFPL, UILTUCS, e datoriali (AGCI, Confcooperative Legacoop) che lo compongono, prosegue il confronto unitario, ma chiede immediatamente un cambio di passo alla politica e agli apparati tecnici regionali, affinché il welfare calabrese non venga spinto definitivamente oltre il punto di non ritorno.