Con una numerosa e sentita partecipazione di cittadini e cittadine si è svolto a Reggio Calabria sabato 5 luglio, presso il Consiglio Regionale della Calabria, il convegno, promosso dalla Fondazione Girolamo Tripodi insieme ai familiari, per ricordare la figura di Maria Tornatora, nel centenario della nascita.
L’incontro è stato aperto da Michelangelo Tripodi (Presidente della Fondazione Girolamo Tripodi) che ha voluto ricordare i momenti fondamentali della vicenda umana, personale e politica di Mario Tornatora che nel corso della sua attività ha ricoperto incarichi di grande valore: Consigliere comunale di Polistena dal 1952 al 1965, Assessore con delega di Vicesindaco dal 1953 al 1955 sempre a Polistena, direttore dell’INCA-CGIL, dal 1965 Segretario della Federazione PCI di Catanzaro e successivamente Segretario della Federazione di Reggio Calabria, Presidente dell’Ospedale ”S. Maria degli Ungheresi” di Polistena nel 1974 quando fu inaugurato il nuovo Ospedale, Consigliere Regionale del PCI dal 1975 al 1980, Presidente dell’AMA di Reggio Calabria dopo il 1980 e successivamente componente della Commissione Regionale di Controllo degli atti della Regione. Una vita per il Sindacato e il Partito, fondata su alti valori e principi di grande moralità e giustizia sociale per i quali pagò anche un caro prezzo e fu anche arrestato più volte per aver guidato le lotte per l’occupazione delle terre degli agrari della piana.
Michelangelo Tripodi ha sottolineato l’importanza della memoria, sapendo che la conoscenza del passato, attraverso la memoria, è fondamentale per comprendere il presente e per evitare di ripetere errori passati, permettendo così di costruire un futuro migliore, sia a livello individuale che collettivo. In tal senso, si muove l’attività e il lavoro della Fondazione Girolamo Tripodi che in questi anni si è caratterizzata per un particolare impegno su questo terreno.
Ha poi portato i saluti alla numerosa e attenta platea la dott.ssa Annamaria Tornatora, figlia di Mario Tornatora, che ha ricordato la figura del padre ed ha ringraziato i partecipanti che hanno voluto essere presenti a questo momento di ricordo che assume un grande valore nel centenario della nascita del papà.
Subito dopo, accompagnato da una presentazione del prof. Maurizio Marzolla, è stato proiettato un film documentario curato da Maurizio Marzolla e Maria Tarzia, dal titolo “Finché esiste il ricordo”, che con le voci dei familiari racconta la vita di Mario Tornatora.
È poi intervenuto il prof. Antonino Romeo (Deputato della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e Membro del Direttivo ICSAIC) che ha collocato in una dimensione storica la figura di Mario Tornatora e di coloro che insieme a lui hanno combattuto per il riscatto della gente di Calabria, ed in particolare dei braccianti e dei contadini poveri. In quella stagione che, come disse Manlio Rossi Doria, rappresentò la più profonda rivoluzione avvenuta nel mezzogiorno da un secolo a questa parte.
Successivamente ha preso la parola l’avv. Giuseppe Morabito (già Capogruppo del PCI al Comune di Reggio Calabria) che insieme alle lotte dei braccianti ha ricordato la battaglia dei coloni del reggino che produsse una legge nazionale sull’affrancazione delle terre, di cui fu partecipe e protagonista negli anni ‘60. Morabito ha poi ricordato il contributo di competenza e di tranquillità dato da Mario Tornatora, allora segretario della Federazione, quando la posizione del partito sul Reggio Capoluogo non era chiara e c’erano posizioni diverse, quando le situazioni diventavano più acute e più gravi.
Subito dopo Cinzia Messina, con la sua consueta ed apprezzata bravura, ha dato lettura della poesia di Emilio Argiroffi “Parliamo di Mario Tornatora”, scritta dopo la sua improvvisa scomparsa.
Subito dopo c’è stato l’intervento del prof. Giovanni Laruffa (già Sindaco di Polistena) che ha parlato di Mario Tornatora come di un intellettuale rivoluzionario. Un uomo che, dagli anni ’50 fino alla sua prematura dipartita, si è speso per il riscatto dei lavoratori. Aveva maturato sul campo, nella piana di Gioia Tauro con i braccianti e le raccoglitrici di olive, nella jonica con le gelsominaie, la consapevolezza piena che le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori agricoli avessero bisogno di essere sollevate dal giogo dei padroni. Laruffa ha poi ricordato come con Mario Tornatora Presidente nel 1974 si inaugura il nuovo Ospedale di Polistena e si avvia una stagione feconda per la tutela della salute pubblica e per i diritti dei cittadini, che vede l’ospedale crescere in termini di qualità e di servizi, grazie alla spinta di Tornatora e dei presidenti che lo hanno seguito, a cominciare da Emilio Argiroffi.
Subito dopo c’è stato l’intervento appassionato dell’on. Giuseppe Lavorato (già Deputato al Parlamento e Sindaco di Rosarno) che ha ricordato di aver conosciuto Mario Tornatora sul finire degli anni ’50 del secolo scorso. A Rosarno venivano i dirigenti del Partito. Con Mommo Tripodi si parlava della lotta, del bisogno dei braccianti. Con Pippo Tropeano e Mario Tornatora si ragionava dell’economia della piana, della composizione sociale dei nostri paesi. Con Mario stringemmo in quegli anni un rapporto di affetto e di amicizia che durò tutta la vita, non venne mai meno. Un rapporto che mi fece capire bene le sue alte qualità umane, morali e culturali. Lavorato ha voluto ricordare un episodio, avvenuto nel 1970, quando scoppiarono i moti di Reggio Calabria: “Mario era il Segretario e convocò il Comitato direttivo della Federazione: quando arrivammo eravamo meno della metà dei componenti e Mario fece una relazione vera e molto preoccupata, dicendo che tanti compagni erano sulle barricate e c’era molta confusione. Ma, disse noi dobbiamo organizzare la difesa fisica della federazione 24 ore su 24 con la partecipazione di tutte le sezioni. Quella sua indicazione garantì la difesa della Federazione che, nonostante i vari tentativi di aggressione, non fu mai toccata e rimase l’unico baluardo democratico, mentre venivano saccheggiate le sedi dei partiti e dei sindacati.
Dopo l’intervento di saluto e di ringraziamento di Matilde Bartolo (nipote di Mario Tornatora) ha concluso i lavori l’on. Franco Ambrogio (già Consigliere Regionale, Deputato al Parlamento e Segretario Regionale del PCI). Ambrogio ha ingraziato la famiglia e la fondazione per questo emozionante ricordo. Poi ha affermato “non siamo dei sopravvissuti ad un naufragio drammatico che c’è stato in questi anni e che ha distrutto la sinistra; siamo persone, militanti, cittadini che cercano di ritrovare nel passato le ragioni di un impegno, di una valutazione, di un ragionamento nel presente. Ecco, intanto noi non siamo quelli che si sono pentiti ed oggi hanno soltanto la funzione di parlar male del loro passato, di denigrare il loro passato. Certamente possiamo parlare con raziocinio, con riflessione anche critica rispetto al passato per cercare di vedere quello che può rappresentare una lezione per il presente, senza nostalgia ma senza delegittimare un passato che ha costituito un fatto fondamentale per la democrazia italiana. Diciamolo chiaramente la democrazia italiana non ci sarebbe stata se non ci fossero stati i comunisti, come Mario Tornatora. Mario era una persona seria, equilibrata, razionale, signorile, tollerante. Era parte di una generazione di militanti e dirigenti comunisti che sono venuti all’impegno politico alla fine della guerra. Una generazione che si è avvicinata al Partito Comunista per una presa di coscienza sulla questione sociale e per una grande speranza di uguaglianza, di giustizia sociale, di democrazia, di libertà. Mario Tornatora ha incrociato la storia in alcuni momenti della democrazia italiana. A Reggio abbiamo combattuto una grande battaglia democratica e Mario Tornatora è stato un grande protagonista di questa battaglia.