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Presentato al Terrazzo Pellegrini il nuovo romanzo del giornalista Gregorio Corigliano, “La casa del rosmarino”

All’inizio, ci ha pensato il giornalista Pino Nano, il collega di una vita professionale intensa e ricca di gratificazioni, trascorsa nella Rai calabrese, a scuotere l’otre dei ricordi e a segnare, con puntuali ed efficaci riflessioni, la presentazione del romanzo “La casa del rosmarino” di Gregorio Corigliano, ospitata sul Terrazzo Pellegrini di Cosenza.

L’amico di mille esperienze impossibilitato a partecipare all’evento, ma che ha voluto inviare un toccante saluto all’autore: “Caro Gregorio, ha scritto Nano, “affido a questo messaggio la gioia di dirti che hai scritto una bellissima favola, che è la favola romanticissima della nostra vita di paese, di cui tu a differenza di me ricordi ancora nomi cognomi e dettagli di tutti i tuoi vicini di casa. San Ferdinando ti dovrebbe fare un monumento solo per questo. Questa casa del rosmarino è la casa di tutti noi, una generazione la nostra che ha creduto che la casa fosse il cuore del mondo. Di questo tuo bellissimo romanzo intimo condivido la malinconia del racconto, l’emozione dei ricordi, la descrizione dei luoghi, ma in realtà tu con i tuoi scritti ci avevi già abituato ad onorare i luoghi del cuore, e lo hai sempre fatto con il candore e l’innocenza dei ragazzi di paese… Questo è un libro che commuove, che avvolge l’anima e che richiama prepotentemente il nostro vissuto e il nostro passato, e devo riconoscere che averti incontrato e averti seguito per 30 anni è stata una delle cose più belle della mia vita professionale”.

Superata l’emozione suscitata dalla testimonianza di Pino Nano, è stato il codirettore editoriale della “Luigi Pellegrini”, Francesco Kostner, a parlare del romanzo e dei suoi molteplici ambiti di riflessione: “Al centro della narrazione – ha detto tra l’altro il giornalista – si colloca la quotidianità di tempi ricchi di semplicità e di valori autentici, di cui quasi non rimane traccia nella memoria collettiva, ma che Corigliano ha saputo magistralmente recuperare alla considerazione generale attraverso un racconto intenso che suggella il trionfo di una umanità, in termini di pensieri ed azioni, in cui oggi è sempre più difficile imbattersi, e che viene elevata ad elemento fondante dello stare insieme e, dunque, di ogni comunità”.

Toccante la conclusione dell’autore: “Non saprei davvero cosa aggiungere”, ha detto tra gli applausi del pubblico presente, “ho sentito parole vere e ho colto sentimenti altrettanto sinceri, nella presentazione del mio romanzo, che potrei quasi rinunciare al mio intervento. Ma non sarebbe corretto farlo. Aggiungo solo che “La casa del rosmarino”, in qualche modo, mi ha riappacificato con me stesso, consentendomi di fare i conti con un passato bellissimo e con le tante figure a me molto care che lo hanno caratterizzato, senza i quali non avrei potuto essere e sarebbe stato impossibile fare il poco di cui, sul piano personale e professionale, sono stato capace. ‘La casa del rosmarino’ è, in qualche modo, la piccola eredità che lascio a chi ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada e a quanti, un giorno, leggendo il mio romanzo, vorranno capire cosa avesse di particolare il mondo in cui sono nato e cresciuto, e dove torno sempre appena ne ho la possibilità. Con esso”, ha concluso Corigliano, “ho sempre sentito un legame fortissimo e con ‘La casa del rosmarino’ racconto di un modello esistenziale che, pur tra limiti e difficoltà, contraddizioni e contrasti, è sempre stato e rimane per me un fondamentale riferimento”.

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