Nota della consigliera comunale, Daniela Palaia
Sanno di fumo negli occhi le dichiarazioni del presidente e commissario straordinario per l’emergenza sanitaria in Calabria, Roberto Occhiuto, sul nuovo ospedale di Catanzaro. Un generico “si farà” non basta a fare la chiarezza necessaria su ciò che si vuole realizzare, sul come si vuole farlo e sui tempi di realizzazione. Non ci sono, allo stato attuale, atti concreti che finalmente possano dare sostanza e riferimenti precisi, mentre Catanzaro e i suoi cittadini, soprattutto sulla salute, meritano fatti.
Provando a riavvolgere il nastro, rilevo: più di un anno fa, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, sosteneva che – dopo il «parere favorevole, espresso dal Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del Ministero della Salute» – fossero disponibili per Catanzaro i fondi ex art. 20. Nello specifico, cito Mancuso, «170 milioni per il nuovo Ospedale di Catanzaro, 40 milioni per la riqualificazione del presidio Pugliese e 25 milioni per l’adeguamento del Policlinico». Era il 9 febbraio 2024 e lo stesso Mancuso indicava in 15 giorni i tempi perché il commissario dell’AOU “Dulbecco”, Simona Carbone, fornisse un documento necessario alla firma dell’Accordo di programma quadro – secondo stralcio – con cui si sarebbe dato avvio all’iter operativo per il nuovo ospedale. Mi chiedo: di quel documento – che Mancuso chiama “quadro sanitario futuro” – esiste traccia?
E ancora: se quel documento è così necessario, perché Occhiuto, che grazie ai super-poteri da commissario potrebbe addirittura «fare da solo l’ospedale di Catanzaro», non impone o adotta egli stesso questo atto e si avvia concretamente la procedura di realizzazione del nuovo ospedale?
Sono molte le domande a cui mancano le risposte. Questione Inail, ad esempio: al contrario di quanto avvenuto per Reggio Calabria e per Cosenza, non risulta da nessuna parte che INAIL abbia intenzione di ampliare la dotazione finanziaria per Catanzaro oltre i circa 87mln di euro disponibili ormai da diversi anni. Lo dice lo stesso Occhiuto quando usa l’avverbio “presumibilmente” riferendosi alla volontà (presunta, quindi) di INAIL di investire di più. E allora mi chiedo: visto che quei soldi non basteranno per un “nuovo ospedale” e potrebbero non arrivarne altri, cosa si fa con quei soldi? Quale progetto si intende attuare?
Ferma restando l’esigenza di razionalizzare spazi e servizi attuali e dare dignità al personale tutto che opera nella sanità catanzarese prima di procedere a investimenti poco utili, mi pare che si stia cercando di distrarre l’attenzione parlando della collocazione di un fantomatico “nuovo ospedale” e scaricandone la responsabilità sul Comune, quando invece la Regione non chiarisce cosa si intende per “nuovo ospedale di Catanzaro”.
Tanto più che nella riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese adottata dalla Regione nel 2023 non c’è traccia alcuna di un “nuovo ospedale” per Catanzaro, ma sono citati gli attuali plessi della “Dulbecco”, il “Pugliese” e il Policlinico.
Temo, ahimè, che a queste domande non riceverò risposte nel merito, ma solo invettive e tentativi di svicolare dal problema. Ma le questioni rimangono sul tavolo, anche se qualcuno proverà a usare il fantomatico “nuovo ospedale di Catanzaro” come promessa agli elettori per le prossime elezioni regionali e comunali.
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