Stabilizzazione del Pil, riduzione dell’inflazione e crescita dell’export sono segnali positivi che emergono nel report relativo alle tendenze del primo semestre 2024 dell’osservatorio Mpi di Confartigianato sulla situazione economica della Calabria. Ne abbiamo parlato con il presidente di Confartigianato Reggio Calabria, Salvatore Ascioti, proprio alla vigilia dell’Assemblea Annuale dei Delegati.
Presidente Ascioti, arrivano dati tutto sommato positivi quest’anno.
Sì, è vero. Ma rimangono comunque difficoltà nel reperire il lavoro. Non bisogna adagiarsi sugli allori e mettere in campo interventi mirati e politiche si supporto. Le imprese calabresi fanno la loro parte, ma anche il contesto regionale deve aiutarle.
Insomma, bene, ma non benissimo…
Guardi, nel 2025 in Calabria il PIL salirà di pochissimo, del +0,40% rispetto al +0,13% dell’anno precedente. Nonostante il rallentamento della crescita, il PIL del 2025 supera i livelli pre-crisi del 2019 del +1,4%. Ma non possiamo accontentarci di questi risultati.
Anche perché l’inflazione morde ancora.
Un po’ meno. Le fornisco gli ultimi dati, che sono quelli di maggio, quindi di poco più di un paio di mesi fa. I prezzi al consumo sono aumentati del +0,8%. Parliamo di una differenza di non poco conto, dato che nello stesso periodo del 2023 parlavamo di un +7,1%.
A cosa è dovuto tutto ciò?
Principalmente al calo dei prezzi dei beni energetici. Comunque purtroppo i prezzi del gas rimangono ancora superiori del 31,3% rispetto ai livelli medi del 2021, anno precedente allo shock energetico.
Tutto questo si ripercuote sulle aziende?
Mi sembra evidente. Si ripercuote su tutti i cittadini. E, quindi, anche sulle aziende. L’economia è un sistema a cascata. Quindi anche l’occupazione può dipendere da tutto ciò. Per esempio, nel primo trimestre del 2024, gli occupati in Calabria sono 526 mila, con un aumento di 9 mila unità (+1,8%) rispetto al primo trimestre del 2023. Questo trend è trainato principalmente dalle occupate (+3,1%) e dai lavoratori dipendenti (+5,4%). Ma abbiamo una riduzione nella componente indipendente (-9,1%) rispetto al +2,1% di fine anno.
I prossimi mesi cosa ci diranno invece?
Per il trimestre estivo giugno-agosto 2024, le imprese prevedono 37mila nuove entrate, con un incremento di 810 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’80% della domanda di lavoro proviene dalle MPI, con contributi significativi dai settori del Manifatturiero (+12,1%) e dei Servizi, in particolare il Commercio (+14,0%).
Ecco, a proposito di manifatturiero, com’è la situazione?
Nel primo trimestre dell’anno l’occupazione è aumentata del +4,3%, un miglioramento rispetto al -2% di fine 2023. Purtroppo il settore delle Costruzioni non va bene allo stesso modo, dato che scende del -17,3%, peggiore del -1,6% di fine anno. Anche nei Servizi l’andamento positivo del +3,0% è risultato inferiore al +5,8% di fine 2023.
In tutto questo come può aiutare la politica?
In molti modi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una grande opportunità che può e potrà stimolare il territorio. Va detto che le amministrazioni locali calabresi hanno aumentato i pagamenti per investimenti dei Comuni del +35,3% (+33 milioni di euro) nel secondo trimestre 2024, sebbene ad un ritmo inferiore rispetto al +104% registrato nel 2023.
Quindi come sta il manifatturiero calabrese?
Nel 2023 abbiamo registrato un aumento del +22,3% rispetto al 2022, posizionadoci al primo posto. Fortunatamente il trend positivo è continuato anche nel primo trimestre di quest’anno con un +29,8%.
Chi esporta e cosa esporta?
Abbiamo buoni dati per ciò che concerne le esportazioni di beni dei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (MPI). Queste crescono del +23,5% nel 2023 e del +25,4% nel primo trimestre 2024, grazie alla forte domanda estera di prodotti alimentari.
C’è qualcosa che frena gli investimenti delle imprese?
Ciò che li frena da anni ormai. Il caro dei tassi. A dicembre 2023, il tasso di interesse annuo effettivo (TAE) applicato alle imprese calabresi era dell’8,52%. Parliamo del più elevato tra le regioni italiane. Al marzo 2024 registriamo invece un tasso di interesse per le imprese pari all’8,62%, che sale all’11,47% per le piccole imprese, mentre il credito concesso continua a diminuire (-1,9% in totale e -5,8% per le piccole imprese).