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Landini “boccia” l’azione del Governo. Il segretario Cgil a Lamezia: “Il Ponte sullo Stretto non è la priorità e l’Autonomia differenziata divide ancora di più il Paese”

“Credo che il Ponte sullo Stretto non sia oggi la priorità. Continuare a fare, come sta succedendo adesso, vuol dire raccontare delle bugie al Paese. Oggi il Paese ha bisogno di infrastrutture e investimenti. In Sicilia ci sono tratti interi ad un unico binario. La Calabria non è molto diversa”.

A dirlo il segretario della Cgil Maurizio Landini parlando con i giornalisti a margine di un convegno organizzato dal sindacato a Lamezia Terme.

“Quindi – ha aggiunto – si sta raccontando una bugia. Quelle risorse e quei soldi oggi vanno spesi per dare gli ospedali e le cure alle persone che non ce li hanno. I calabresi non vanno in Sicilia, vanno al Nord per farsi curare. E poi se tu fai un ponte cosa ci fai passare se non hai costruito le condizioni prima per far crescere questo Paese. Quindi, per quello che ci riguarda quella non è una priorità e quella del ponte non è la scelta oggi da fare. La priorità e di altra natura e noi pensiamo di continuare a batterci perché c’è un’idea molto diversa da quella che oggi sta venendo avanti”.

Anche sull’Autonomia differenziata Landini ha espresso la sua contrarietà: “Il Paese è già abbastanza diviso e separato. Tra l’altro le divisioni e le diseguaglianze ci sono già e non c’è bisogno di farne altre. Anzi, pensiamo che l’unità del Paese sia la condizione per far crescere tutto il Paese. O si assume lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno come elemento di crescita di tutto il Paese o non si va da nessuna parte”.

“L’autonomia differenziata – ha aggiunto – è una logica folle, così come l’idea che per cambiare il Paese bisogna cambiare la Costituzione. Noi siamo dell’idea che la nostra Costituzione va applicata e quindi devono essere fatte delle politiche molto precise”. “Per quello che ci riguarda – ha concluso Landini – noi siamo anche contro l’idea del premierato. Siamo pronti quando ci sarà il referendum a dire che non è quello che serve all’Italia. All’Italia serve la libertà nel lavoro, serve non essere precari, serve avere le strutture per curarsi, far studiare i nostri figli, serve investire nella cura dell’ambiente. E in questa direzione per quello che ci riguarda noi ci battiamo per questa prospettiva e chiediamo altre riforme più serie”.

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