L’Arcidiocesi di Reggio Calabria- Bova, il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e la Procura minorile, in continuità con le attività di promozione e salvaguardia dell’infanzia e adolescenza, hanno rinnovato il protocollo d’intesa con la Cooperativa ‘Collina del Sole’ -sottoscritto già nel 2021- valorizzando ancora una volta il binomio prevenzione-educazione quale orizzonte di senso per una giustizia a misura di minore.
La finalità congiunta è quella di garantire nel territorio di Reggio Calabria iniziative culturali di sensibilizzazione sui temi della salvaguardia minorile, percorsi di legalità nei contesti di maggiore compromissione sociale per deprivazione ambientale o povertà educativa ed azioni comuni per la piena attuazione degli obiettivi di crescita e di tutela dei minorenni destinatari di provvedimenti giudiziari (civili, penali e amministrativi).
Il Vescovo, S.E.R. Monsignor Fortunato Morrone, il Presidente del Tribunale per i minorenni, dott. Marcello D’Amico, il Procuratore, dott. Roberto Di Palma e la Presidente della Cooperativa, dott.ssa Mariella Quattrone, presso la Sala “Monsignor G. Ferro” della Curia arcivescovile di Reggio Calabria, hanno siglato questo accordo interistituzionale con lo scopo di proseguire l’arricchimento delle sinergie operative tra Uffici Giudiziari minorili e privato sociale attraverso servizi educativi, formativi, ricreativi e di inserimento lavorativo offerti dalla realtà laboriosa della cooperativa sociale.
Nel corso dell’evento, la Presidente della Cooperativa, oltre a richiamare l’attenzione sulle azioni pedagogiche intraprese all’interno del Centro diurno ‘La Bellezza in Cammino’ (supporto e/o potenziamento scolastico; musicoterapia; teatro; laboratori esperienziali; corsi di formazione qualificanti nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, del restauro e decorazione, della cucina ecc…) ha sintetizzato i risultati di una prima indagine conoscitiva “minori in età scolare – zona nord Reggio Calabria”, sviluppata da una equipe di ricerca, all’interno dell’Osservatorio minori e famiglia zona nord del Comune di Reggio Calabria.
Con la collaborazione preziosa degli istituti scolastici della zona è stato possibile individuare alcune direttrici di intervento: 1) inclusione socio-ambientale; 2) sviluppo psico-emotivo; 3) riconoscimento dei diritti; 4) ascolto e la partecipazione.
Questa porzione territoriale, infatti, è caratterizzata da un elevato livello di disagio socioeconomico e, conseguentemente, da un aumento delle povertà educative.
Il connubio è tristemente noto a livello nazionale. La diffusione del virus SARS-CoV-2 ha aggravato il circolo vizioso delle povertà affievolendo i diritti dei bambini e degli adolescenti a partire da quello all’educazione (sin dalla nascita) e all’istruzione. Dal report ISTAT del giugno 2021 il dato di realtà è inquietante: nel 2020, sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e la percentuale aumenta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%). In Italia, e guardando ai minori, 1 milione 337mila minori (13,5%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale) vivono in povertà assoluta. Disaggregando per età, l’incidenza si conferma più elevata nelle classi 7-13 anni (14,2%) e 14-17 anni (13,9%, in aumento) rispetto alle classi 4-6 anni (12,8%) e 0-3 anni (12,0%, in crescita rispetto al 2019). Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 767mila, con un’incidenza dell’11,9% (9,7% nel 2019). La nostra regione ha il più alto tasso di inadeguatezza per quel che concerne le competenze alfabetiche e numeriche (dal 47% al 57%).
La stretta correlazione tra povertà economica e povertà educative fa sì che la condizione di povertà comporti il ‘cadere fuori’ o dropping out dal sistema educativo, scolastico e formativo con gravi rischi multidimensionali. Tra essi: la ridotta aspettativa di vita; la maggiore possibilità di contrarre malattie; lo sviluppo di dipendenze da alcool e sostanze psicotrope; l’affiliazione alla criminalità organizzata o una pericolosa contiguità con essa; la reiterazione del ciclo di povertà; l’impossibilità di partecipare alle decisioni comuni e il conseguente non esercizio dei diritti democratici.
Contrastare la povertà educativa e l’inclusione nel sistema formativo, significa allargare la gamma di servizi e azioni fruibili dai minorenni, specie quelli vulnerabili (ampliando: l’acquisizione delle competenze di digitalizzazione; le ‘doti educative’ a favore dei minori con bisogni educativi speciali; il servizio di refezione scolastica). L’avvio o il rafforzamento dei patti di comunità per una piena corresponsabilità educativa deve includere la promozione della salute, in relazione all’ambiente fisico e sociale in cui i bambini e gli adolescenti vivono, favorendo interventi nell’area della salute mentale, dello sviluppo psico-emotivo e relazionale, del contrasto alle varie forme di violenza intercettando le situazioni di rischio e uniformando sul territorio le esperienze di rete.
Ebbene, lo spaccato esistenziale di tanti bambini che vivono nel territorio della zona nord di Reggio Calabria è proprio quello del mancato accesso ad un sistema formativo e culturale che non appare sufficientemente inclusivo e protettivo, favorendo viceversa emarginazione e, non raramente, devianza o delinquenza minorile.
Il territorio ospita un numero cospicuo di famiglie che vivono in una condizione di ‘scarto sociale’ o, metaforicamente parlando, da fantasmi: nuclei segnati da condizioni di deprivazione economica, inadeguatezza genitoriale, disabilità cliniche non accertate che segnano irreparabilmente la vita di questi bambini e adolescenti.
Il disagio psicologico, specie dopo la pandemia, è cresciuto vertiginosamente, manifestandosi spesso con isolamento, angoscia generalizzata e comportamenti devianti di chiara impronta compensatoria.
Se in Italia questo disagio si aggira intorno al 40%, in Calabria la percentuale arriva oltre il doppio. Le problematiche del sistema sociosanitario territoriale integrato e l’assenza di un reparto di neuropsichiatria infantile che possa coadiuvare la medicina territoriale, rendono allarmante ed emergenziale il quadro di intervento (non a caso sono cresciute esponenzialmente le dipendenze come il gioco d’azzardo, l’abuso di internet, psicofarmaci, alcol, sostanze stupefacenti).
Gli adolescenti subiscono gli effetti di una società distratta, disorganizzata, poco attenta alle necessità di crescita dei bambini e degli adolescenti.
Tali consapevolezze, hanno spinto l’équipe psicopedagogica della Cooperativa ad adottare un metodo multidimensionale che possa supportare lo sviluppo fisico, psicologico, emotivo, relazionale, spirituale, etico e sociale dei minorenni, secondo una progettualità educativa individualizzata ‘con e per loro’, e l’ulteriore sguardo rivolto ai nuclei familiari fragili.
La Cooperativa e le sue diramazioni operative (Osservatorio, Centro diurno, Centro d’ascolto per minori e famiglie della zona nord del Comune RC -autorizzato dalla Caritas diocesana- e Centro di Orientamento e Formazione) proseguiranno gli impegni già assunti nel 2021, cui si aggiungerà l’avvio del Percorso unitario zonale per gli adolescenti: L’Io tra strada, cielo e Dio. Dalla vita alla Parola – Dalla Parola alla vita.
Attraverso l’équipe psicopedagogica della Cooperativa Collina del Sole, i referenti degli istituti scolastici ed il responsabile per la pastorale unitaria zonale per gli adolescenti, si offrirà ai ragazzi, anche mediante un cammino sinodale, l’opportunità di riconoscersi “ricercatori” delle proprie capacità per essere protagonisti responsabili del proprio progetto di vita.
Questo processo sistemico integrato attua pienamente i principi della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che parla dello sviluppo del bambino, non solo come “fisico”, ma anche come “mentale, spirituale, morale e sociale” (art. 27).