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L’avv. Ilardo a Reggina Talk: “Ingiustificabile il mancato pagamento degli stipendi, l’ammissione al prossimo torneo è un problema”

di Paolo Ficara – Sempre peggio. Il nuovo deferimento a carico della Reggina, definito ancora una volta – non si capisce se con tono serio o sarcastico – prevedibile da un club che si è sempre professato a posto, arriva il giorno dopo del preannunciato ricorso presso la Corte Federale d’Appello, nella speranza di vedersi levare o ridurre i tre punti già presi per la scadenza del 16 febbraio.

Variegate e pesantissime le accuse in merito alla scadenza del 16 marzo: si va dalla recidiva, non avendo ancora saldato ciò che era stato contestato la volta precedente, alla novità assoluta del Salvacalcio non onorato neanche quello. Su queste colonne e durante le dirette di Reggina Talk, invece, è stato più volte rimarcato come lo scorso 16 marzo si presentasse la particolarità relativa ad un cumulo Inps: i mancati versamenti partono da aprile 2022, ma andavano onorati in una sola scadenza qualora non si fosse provveduto prima.

A fare il punto in maniera chiarissima su quel che attende la Reggina nei successivi passaggi della giustizia sportiva, è stato uno dei migliori cassazionisti ed amministrativisti d’Italia. L’avvocato Umberto Ilardo, già al servizio della Reggina Calcio di Lillo Foti, è intervenuto lunedì a Reggina Talk: “Il ricorso al codice di crisi impresa comporta uno scenario complicato, circa la conciliazione con il diritto sportivo”.

“Il Tfn dà una motivazione molto puntuale, anche se non tutta condivisibile. Non vedo spiragli per gli emolumenti non pagati. Il vero problema sta nel capire se, come e quanto si possa invocare, per sfuggire alle penalizzazioni, il fatto di essere in una procedura concorsuale – spiega l’avv. Ilardo – A dicembre del 2022, il Tribunale ha ammesso la procedura. Pagando, la società avrebbe contravvenuto proprio a quel provvedimento di dicembre, solo per quanto riguarda i debiti tributari”.

Abbiamo chiesto all’avvocato Umberto Ilardo quali differenze si potrebbero configurare, col deferimento poi recapitato mercoledì circa la scadenza del 16 marzo: “Il Tribunale, di cui ho letto la pronuncia, aveva concesso l’autorizzazione per pagare quei sette tesserati. Curiosamente, poi è stata fatta un’altra richiesta, con cui sostanzialmente si è cercato di non pagarli, quei sette. Se la sentenza riflette gli esiti dell’istruttoria, quel mancato pagamento era ingiustificato ed ingiustificabile. Il Tfn rimarca anche una contraddizione: da una parte si afferma che il mancato pagamento dei debiti sarebbe giustificato dall’impatto sull’andamento della Reggina, ma nelle istanze si declinava questo tipo di pagamenti non funzionali per la continuità aziendale. Ma se non sono essenziali, sostiene il Tfn, vuol dire che i punti di penalizzazione non sono essenziali per il club. La situazione è problematica. La posizione del Tfn manifesta un mancato gradimento”.

Cosa succede se arriva l’omologa, in ottica iscrizione? “Se arriva l’omologa, è implicito un risparmio dei costi. Ed è considerato legittimo dall’ordinamento giuridico. Negli accordi di ristrutturazione, i soggetti che non aderiscono, hanno diritto ad essere pagati integralmente. Serve l’adesione di almeno il 60% dei creditori. Se invece gli accordi non vengono omologati, il rischio è quello della liquidazione giudiziale, ossia il fallimento. Circa le modifiche delle Noif, è chiaro che la Federazione considera alcune fattispecie come abuso del diritto fallimentare. Al di là dei velati riferimenti di Gravina alla Reggina, la Figc parte dal presupposto che gli obblighi di pagamento siano essenziali per la regolarità del campionato. E mal digerisce norme che possano alterare la concorrenza. Tuttavia, con queste modifiche non respinge – e non potrebbe farlo – la possibilità che le società ricorrano al CCII, ma detta dei tempi precisi. O si è a posto entro il 20 giugno, oppure non si ottiene l’iscrizione. Se non arriva una penalizzazione più pesante per la stagione in corso, il vero problema è l’ammissione al prossimo campionato”.

Si può configurare una cessione societaria? “Il principio della continuità aziendale, chiesta dalla Figc, rientra nell’ordine delle cose – spiega il cassazionista Umberto Ilardo – In alcuni casi, l’unico strumento di salvataggio è il subentro di un’altra compagine societaria che possa garantire le condizioni considerate minimali dalla Federazione. La continuità aziendale è imprescindibile. Bisogna capire cosa c’è nell’interlocuzione con altri soggetti, che potrebbero subentrare o affiancarsi. Sta nella responsabilità di ogni dirigente, capire lo scenario ed evitare la sparizione della squadra”.

Stasera, giovedì 27 aprile, edizione speciale di Reggina Talk alle 19:00 sulla pagina facebook del Dispaccio. In collegamento Sergio Campolo ex centrocampista della Reggina e Nicola Binda della Gazzetta dello Sport.

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