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‘Ndrangheta: Cassazione annulla condanna presunto boss Alvaro. I dettagli

La quinta sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una condanna a 15 anni di reclusione emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nei confronti del presunto boss della ‘ndrangheta di Sinopoli, Cosimo Alvaro, 60 anni, detto ‘u pelliccia’. La condanna era arrivata a conclusione del processo “Eyphemos” a carico di 65 persone, originarie di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte e Reggio Calabria, accusate, a vario titolo, di associazione e concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, riciclaggio. Cosimo Alvaro, considerato elemento di spicco dell’omonima cosca di ‘ndrangheta sinopolita, i cui tentacoli si sono sviluppati anche nel nord Italia, è stato scarcerato la scorsa notte dopo un periodo di quattro anni di detenzione. Alvaro è stato difeso in Cassazione dall’avvocato Natale Polimeni, del Foro di Reggio Calabria.

La Sesta Sezione della Corte di Cassazione, decidendo sui ricorsi proposti avverso la sentenza emessa il 28 settembre 2023 dalla Corte di appello di Reggio Calabria nel procedimento penale denominato Eyphemos, trattato con il rito abbreviato, ha disposto l’annullamento senza rinvio, per non avere commesso il fatto, nei confronti di Alvaro Cosimo, difeso dagli Avvocati Andrea Alvaro e Natale Polimeni.

La Cassazione, in accoglimento degli argomenti difensivi, ha ordinato l’immediata
scarcerazione di Alvaro Cosimo. L’imputato era stato condannato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. in grado di appello alla pena di 15 anni di reclusione. All’Alvaro veniva contestato di essere il capo del sodalizio, in posizione sovraordinata rispetto al coimputato Laurendi Domenico, al quale veniva pure contestato il reato associativo con l’aggravante del ruolo apicale.
Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati Alvaro e Polimeni, i quali hanno visto premiati i loro sforzi difensivi, tesi a dimostrare l’infondatezza dell’accusa mossa all’Alvaro di essere “il capo del capo”.
Parimenti importanti sono i risultati conseguiti in sede di legittimità dagli altri coimputati. La Suprema Corte ha disposto l’annullamento senza rinvio, perché il fatto non sussiste, anche nei confronti di Carbone Sarino Antonio, difeso dagli Avvocati Giuseppe Alvaro e Luigi Luppino. Anche per il Carbone, che nei gradi di merito era stato condannato per reati in materia di stupefacenti alla pena di oltre 9 anni di reclusione (poi ridotta in appello), è stata disposta la perdita di efficacia della misura cautelare e l’immediata liberazione.
Annullamento con rinvio per nuovo giudizio anche nei confronti Carbone Domenico (Avvocato Giuseppe Alvaro), Carbone Vincenzo (Avvocati Domenico Tripodi e Francesco Lojacono), Cutrì Pasquale (Avvocati Giuseppe Alvaro e Renato Vigna), Lupoi Natale (Avvocati Luca Cianferoni, Gian Domenico Caiazza e Antonio Attinà), Restuccia Domenico (Avvocati Giuseppe Alvaro e Luca Agostino) e Romeo Francesco (Avvocato Giuseppe Alvaro).
Annullamento senza rinvio (per il capo n. 49, riguardante reati in materia di stupefacenti) per Speranza Giuseppe (Avvocato Giuseppe Alvaro) e annullamento con rinvio per altri reati in materia di armi e droga.
Annullamento senza rinvio per Rizzotto Giuseppe (Avvocati Guido Contestabile e Daniele
Bertaggia), limitatamente al capo n. 49, e con rinvio rispetto al capo 55 (reati in materia di droga).
Annullamento senza rinvio, limitatamente ai reati di cui ai capi 36 (estorsione aggravata),
dichiarato estinto per prescrizione, e 60 (intestazione fittizia), perché il fatto non costituisce reato, nonché esclusione dell’aggravante agevolativa dal capo 61 (intestazione fittizia); annullamento con rinvio per il capo 55 (in materia di droga), per Laurendi Domenico (Avvocati Emanuele Genovese, Antonio Saffioti e Dario Vannetiello).
Sono stati rigettati, invece, gli altri ricorsi.

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