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Sanità penitenziaria reggina: ad Arghillà il collaudo del gabinetto radiologico. Russo: “Un altro importante passo a tutela del diritto alla salute per le persone detenute”

Si dichiara emozionata e felice, perché solo tre giorni fa si è compiuto un altro passo avanti per la cura delle persone private della libertà personale nel comune di Reggio Calabria.

Presso la casa circondariale di Arghillà è stato finalmente messo in funzione il gabinetto radiologico. Non può esimersi dal ringraziare la Dott. Lucia Di Furia, commissario dell’Asp, per il suo encomiabile e straordinario lavoro e così, anche la “squadra” da lei guidata: i dottori Caridi, Giordano, Pangallo, il personale amministrativo, medici e infermieri tutti.

È stata scritta un’altra bellissima pagina di buona sanità a garanzia e tutela dei diritti delle persone private della libertà personale. Questo non è altro che frutto del duro, costante e leale lavoro di tutti i partners che siedono al tavolo tecnico della sanità penitenziaria Reggina voluto dalla Garante Russo.

Commossa nel vedere la macchina in funzione. Presente in istituto per una visita istituzionale la Garante ha anche potuto assistere alla messa in funzione dell’apparato radiologico da parte dei tecnici. “È un risultato straordinario, che si somma ad un elenco di altri obiettivi già raggiunti sotto la guida della dott.ssa Di Furia” dichiara l’avv. Russo.

L’avvio del gabinetto radiologico non è solo un beneficio di cui godranno le persone detenute che ne avranno necessità diagnostiche ma contribuirà anche ad alleggerire, almeno in parte, il già faticoso compito del servizio traduzioni e piantonamenti del corpo di Polizia Penitenziaria.

Tutti gli obiettivi prefissati dal tavolo tecnico non lasciano nulla al caso, sono studiati al fine di vagliare le soluzioni adeguate in ragione dei diritti da tutelare.

In questo articolato e complesso quadro di riferimento un sentito ringraziamento viene rivolto all’amministrazione penitenziaria, in particolare alla direzione, che sta lavorando in piena sinergia d’intenti al fine di realizzare una sanità penitenziaria a misura d’uomo.

Serve dialogare con competenza in materia e da queste professionalità, dai valori forti che li accomunano possono nascere risultati. Garantire diritti è questo. C’è ancora tanto da fare, ma l’obiettivo è realizzare una sanità penitenziaria che sia un modello di giustizia e legalità per tutto il meridione.

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