“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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“Su Piazza De Nava le Istituzioni mentono”

“Le ultime dichiarazioni del sindaco f.f. Paolo Brunetti non possono essere accettate come rispondenti al vero e pertanto vanno legittimamente stigmatizzate. È falso quanto affermato che “nel corso della Conferenza dei servizi sul rifacimento della piazza alcuni rilievi di chi ha manifestato la propria contrarietà sono stati recepiti, altri invece respinti e sempre, comunque, con motivazioni fondate”. La verità dei fatti, documentabile in quanto riportata nei verbali, dice esattamente il contrario: nessuna delle obiezioni poste è stata accettata in fase di conferenza dei servizi, che si è conclusa, senza porre nessuna motivazione, riaffermando nel progetto definitivo la totale demolizione della piazza così come concepita nel progetto preliminare. Questi sono i fatti, indiscutibili. Le istituzioni pertanto mentono.

Mente il Sindaco oppure ha mentito la Soprintendenza nel riferire al Sindaco fatti non veri. Tertium non datur. Che si mettano d’accordo su chi mente e perché”. Lo affermano in una nota la Fondazione Mediterranea e il Comitato a tutela di Piazza De Nava

“Dice ancora il Sindaco che c’è stata interlocuzione. Anche questa è una falsità. Ripetutamente richiesto, non è stato mai concesso un incontro da parte della Soprintendenza, che non ha mai dimostrato nessuna apertura al dialogo con la cittadinanza. Sulla base di questi dati e fatti, com’è possibile non polemizzare con le Istituzioni che mentono alla città? È una questione che va oltre la vertenza pur importantissima di piazza De Nava: è una questione di credibilità istituzionale. Ci riempiamo tutti la bocca di legalità e poi si offrono questi esempi: se non sono credibili le istituzioni a chi deve credere la cittadinanza reggina?”

La Fondazione Mediterranea e il Comitato a tutela di Piazza De Nava sono disponibilissimi al dialogo sulla base di fatti e dati oggettivi. In questo senso, seppellendo ogni polemica, accettano l’invito al confronto, peraltro previsto nel deliberato del Consiglio Comunale del 31 gennaio, contestando comunque la tesi, ventilata dal Sindaco, che si possa fare ben poco perché il Comune non è stazione appaltante. “Caro Sindaco, la stazione appaltante sarà pure costituita dalla Soprintendenza, ma la proprietà dei luoghi è del Comune, che in ogni momento può impedirne la demolizione. La città è o non è la casa dei cittadini? E, se lo è, perché la città dovrebbe subire una demolizione di una piazza storica senza poter dire nulla? Anche questa volta, come a proposito della credibilità delle istituzioni, è una questione che va ben oltre quella pur importante della piazza: è un problema di corretta gestione della cosa pubblica, che dev’essere trasparente e democratica. Finora non c’è stata né trasparenza né democrazia ma solo decisioni prese da oscuri funzionari in oscure stanze, con forse celato nell’ombra il burattinaio” conclude la nota.

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