“Fermare la corruzione accademica e’ un dovere. Lo dobbiamo a tutti quei ragazzi che sperano di fare carriera nelle universita’ e che spesso finiscono in un vortice da cui e’ difficile uscire. L’approvazione della legge 2415 in materia di iscrizione contemporanea a due corsi di istruzione superiore e’ una notizia positiva ma non basta. E’ necessario implementare l’attivita’ di controllo nelle commissioni di concorso, prevedendo nelle universita’ nuovi codici etici. La legge 2415, appena approvata in via definitiva al Senato, va proprio nella direzione di chi intende modernizzare l’universita’, per offrire nuove soluzioni a problemi finora non risolti o risolti in modo inadeguato. Difficolta’ piu’ grave con cui l’Universita’ deve confrontarsi, oggi come ieri, e’ quella della corruzione accademica, con la piaga dei concorsi truccati e la penalizzazione dei ricercatori piu’ qualificati a favore di quelli piu’ raccomandati”. Lo afferma Paola Binetti, senatrice dell’Udc.
“Ho piu’ volte denunciato questa piaga alla ministra Messa – prosegue la senatrice -, cosi’ come avevo fatto in anni anteriori con i precedenti ministri dell’Universita’ e della ricerca. L’inchiesta che ha recentemente travolto l’Universita’ di Reggio Calabria, e che arriva fino in provincia di Cosenza, coinvolge personaggi di tutto rilievo, compresi rettori ed ex rettori. E’ una triste prassi che si ripete fin troppo frequentemente e che vanifica ogni tentativo di cambiamento e di sviluppo reale nelle nostre universita’. Se non si interviene su questo nodo cruciale a nulla serviranno anche i fondi tanto attesi del Pnrr, perche’ non avremo mai le persone giuste nei posti giusti per governare sia processi della ricerca che quelli della formazione”, conclude Binetti.