“Quel che sappiamo sul vuoto è che non è affatto assenza, ma il luogo dove tutto esiste, e dove tutte le cose si incontrano”. (Antonio Tropiano)
La Ellebi Galleria d’Arte è lieta di presentare ERROR VACUI mostra personale di Antonio Tropiano, a cura di Davide Dormino, che inaugura giovedì 17 luglio alle ore 19.00 e resterà visitabile fino al 15 settembre 2025.
Il progetto nasce da una riflessione profonda sull’essenza del vuoto, nella sua dimensione fisica, filosofica e spirituale. L’artista parte dall’osservazione di un fenomeno tipico dell’umanità contemporanea: la bulimia esistenziale che porta a fagocitare ogni attimo, a riempire il tempo e la coscienza di esperienze, viaggi, like, euforia. Tutto è saturo. Nulla rimane libero, vuoto, sospeso.
In questo contesto, Tropiano si interroga invece sull’immenso valore del vuoto, che non è semplice assenza o mancanza, ma possibilità. Per l’artista il vuoto è il non-luogo in cui tutto è contenuto e ogni cosa si incontra e muta, persino noi stessi. È da qui che nasce la sua ricerca sulle Schegge: per uno scultore la statua rappresenta il pieno, l’affermazione, la materia che occupa uno spazio; le schegge, i frammenti, gli scarti della lavorazione rappresentano invece il vuoto, ma un vuoto vivo, che contiene in potenza, infinite forme mai scelte, mai attuate, eppure presenti.
La mostra si sviluppa intorno a questa idea: ogni scheggia è testimonianza della libertà creativa e ontologica dello scultore, è materia non definita, è il vuoto che non è mai assenza, ma essenza.
Da Cunambulo a Senza le stelle , l’artista ci racconta che comincia tutto sempre da una mancanza. È l’assenza ad insegnarci un desiderio. In queste sculture, l’artista esplora la relazione primordiale tra vuoto e slancio creativo, dove ciò che manca genera tensione, direzione, e senso.
Il percorso espositivo si arricchisce con Icaro ancora senza titolo, sospeso tra slancio e fallimento, simbolo della condizione umana sempre oscillante tra l’aspirazione al volo e la caduta. Al centro della sala spicca, sospesa, l’opera Edenismi , che in una stagione dell’uomo in cui persino una foto di guerra ci ricorda quanto sia sempre più difficile distinguere il vero dal non vero – dice l’artista – si offre come riflessione sulla verità e la sua dissimulazione. La biblica foglia di fico, escogitata per dissimulare la verità (verecondia), non ha più alcuna funzione. Ha perso la sua utilità. E come ogni strumento in disuso, rattrappisce.