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Cosenza, Fabio Gallo (Movimento Civico NOI): “Eduardo Tarsia svende pezzi del Teatro Rendano. Mancanza di trasparenza”

“E’ la prima volta che mi firmo con l’autorità concessami dalla mia delega, senza nascondere quella affidatami dal Movimento civico NOI di rappresentare l’interesse di tutti i cittadini e gli operatori della cultura che a NOI si stanno rivolgendo. Lo faccio a sostegno del Teatro-Museo “Officina delle Arti”, del regista Eduardo Tarsia che annuncia su Facebook la necessaria svendita delle tante cose belle del suo Teatro che rappresentano la sua storia e la rappresentazione di centinaia di opere che negli anni hanno proposto arte e cultura nel cuore del Centro Storico di Cosenza. Esattamente nella zona post industriale, nel noto quartiere Spirito Santo. Ha bisogno di fondi per resistere alla crisi e non chiudere ai cittadini di Cosenza un portone che ha condotto per anni migliaia di cittadini alla rappresentazione della Civiltà.” Ad affermarlo Fabio Gallo, delegato collaboratore specialista in materia di digitalizzazione del patrimonio culturale per la realizzazione dell’ecosistema della cultura cittadina e supporto al Sindaco nelle scelte di programmazione indirizzate a rilanciare e valorizzare il Teatro cittadino di tradizione Alfonso Rendano.

“Da mesi, mio malgrado – prosegue Gallo – sono testimone di un via vai di autorità politiche comunali nell’Officina delle Arti di Eduardo Tarsia che, come denunciato apertamente dallo stesso regista anche in Commissione Cultura del Comune di Cosenza che lo ha avuto ospite, versa in gravissime condizioni economiche che, dal punto di vista dei miei quarant’anni di mestiere nel mondo della Cultura e dell’Arte, non dipendono solo dal blocco del COVID19, ma dall’incapacità della classe politica locale di rivolgere reale e professionale attenzione al settore Teatro e Cultura, affidato a brava gente ma non specificatamente competente. Prova ne è l’abbandono della Città Storica da parte dell’Amministrazione Occhiuto nella quale sorgono i palazzi del governo e della secolare cultura, e la mala gestione del Teatro “di tradizione” Alfonso Rendano che quest’anno, con la nuova amministrazione Caruso alla quale piace credere di avere risolto ogni problema con la richiesta dei fondi FUS delle Lirica ordinaria (art.20), non ha inoltrato al ministero richiesta di fondi FUS per il Teatro di Tradizione (art.18), perdendo centinaia di migliaia di Euro se non milioni, come dimostrano le carte dello stesso ministero. Ciò, in dicotomia con i doveri del Comune di Cosenza che essendo proprietario del Teatro di Tradizione non può non richiedere i cospicui fondi FUS destinati a dare vita alla vera stagione teatrale “del comune” assente da anni. Richiesta che, tra l’altro, non comporterebbe esborso finanziario ma solo investimento di personale umano.”

E ancora: “Eduardo Tarsia le ha provate davvero tutte, invitandomi sempre ad assistere agli incontri con chi ha le redini del governo della Città che, da quanto risulta, attua trattamenti di serie A e di serie B, come dimostra l’affidamento di locali nel Complesso monumentale di San Domenico, bene pubblico, a privati dell’ex Teatro dell’Acquario, con la promessa di affidare loro anche la disponibilità del Teatro “Italia-Tieri” che sorge nell’edificio razionalista della G.I.L, anche questo bene pubblico, che sarebbe già assegnato, però, a vincitore di gara d’appalto proveniente dalla precedente amministrazione. Sul Complesso monumentale di San Domenico, tra l’altro, insiste un cospicuo finanziamento del CIS Centro Storico di Cosenza per il suo restauro. I cinici potrebbero pensare ad una gestione alquanto allegra dei beni pubblici che farebbe anche capire il motivo per il quale il Sindaco di Cosenza Franz Caruso non ha inteso rispettare uno dei tre requisiti per i quali i popolari del Movimento NOI lo hanno sostenuto in sede di ballottaggio e cioè l’istituzione di una Fondazione di diritto pubblico a tutela dei beni pubblici per una loro gestione redditizia ma di tutti. Gli amici lavoratori del teatro dell’Acquario non me ne vorranno se amplifico la voce di molti che si vedono figliastri, pur possedendo propri beni nei quali esercitare l’Arte già pronti con una piccola spinta alla rinascita e alla resilienza, sapendo che nessuno più dello scrivente ci tiene a risollevare le sorti di “tutto” il mondo del Teatro e dei suoi operatori culturali.”

“Poiché al momento né il Sindaco di Cosenza Franz Caruso che nel corso dell’estate ha fatto visita al Teatro di Eduardo Tarsia, né il delegato al Centro Storico Francesco Alimena che avrebbe dovuto più di tutti intervenire in maniera risoluta, né i Consiglieri comunali che gli hanno assicurato che avrebbero trovato soluzioni, né la delegata alla Cultura e Teatro Antonietta Cozza, hanno fatto nulla sino ad oggi per l’Officina delle Arti di Eduardo Tarsia, invito Sindaco, Vice, Presidente del Consiglio, Consiglieri ed Assessori a sottoscrivere, almeno, la tessera dell’Officina delle Arti al fine di supportare il Teatro in modo dignitoso e non assistenziale e di preservarne l’esistenza da considerare un vero Bene Culturale che narra la storia del Teatro nel celebre quartiere Spirito Santo, nel cuore della zona post industriale di Cosenza, proprio accanto ai BoCS ART anch’essi abbandonati da anni, testimonianza di incapacità governativa del Comune di Cosenza come lo è anche il noto Planetario.  Il Movimento NOI lo farà e lo farò io prima di tutti.” Afferma Gallo.

“Eduardo Tarsia ha avuto 20 anni di coraggio aprendo il suo Teatro nel cuore del Centro Storico mentre tutti scappavano via, tranne il Movimento NOI che digitalizzandone l’intero patrimonio culturale ha attratto l’attenzione del ministro che, grazie proprio a questo progetto, ha inserito la Città Storica di Cosenza quale progetto pilota tra le quattro destinatarie dei noti 90 milioni di Euro destinati alla sua riqualificazione. La presente vuole anche esprimere la mia indiscutibile libertà dell’essere uomo di cultura libero dai gravami che spesso i partiti impongono, finendo per trasformare anche i più attenti in indifferenti.”

Prosegue Gallo che alla fine conclude affermando: “E dunque, mentre risollecito tutti i Consiglieri, gli Assessori ed il Sindaco di Cosenza a sottoscrivere la tessera dell’Officina delle Arti in attesa di soluzioni più istituzionali, nel contempo ripropongo tutte le mie richieste sui temi legati alla trasparenza a proposito della gestione del Teatro di tradizione Alfonso Rendano già inviate a mezzo PEC e mail a tutti i rappresentanti politici e istituzionali del Comune di Cosenza che, nonostante abbia reiterato le stesse, sono ancora orfane di risposte dovute alla Città di Cosenza. Un fatto assolutamente unico.”

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