Le cosche di ‘ndrangheta operanti a Cosenza e nel suo hinterland, dopo anni di divisioni e anche di scontri, si sono confederate dandosi una struttura di vertice riconducibile ai due principali gruppi, il cosiddetto clan degli italiani, nelle sue varie componenti, e quello degli zingari, anch’esso con varie articolazioni. E’ quanto emerso dall’inchiesta “Sistema” condotta da Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza, con il coordinamento della Dda di Catanzaro e che stamani ha portato all’arresto di 189 persone – 139 in carcere e 50 ai domiciliari – a 12 obblighi di dimora e a una misura interdittiva dello svolgimento di attivita’ professionale. Le investigazioni si sono sviluppate attraverso un’attivita’ di tipo tradizionale, con attivita’ tecniche, servizi sul territorio, riscontri “sul campo”, con una parallela attivita’ di acquisizione e analisi di dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, corroborati dai relativi riscontri, oltre alla acquisizione di plurime emergenze di altri procedimenti penali.
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L’indagine ha ricostruito la struttura e il modus operandi di una delle articolazioni, dedite al traffico e allo spaccio diffuso di sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il cosiddetto “Sistema” che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della citta’ di Cosenza e del suo hinterland. Le cosche cosentine, si dedicavano poi alle tradizionali attivita’ predatorie quali estorsioni ed usura con condotte che, nel tempo, davano vita a una interferenza costante nello svolgimento delle attivita’ economiche della citta’. La ‘ndrangheta cosentina si era dedicata anche all’organizzazione illecita dell’attivita’ di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, oltre a reati di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori. Dall’inchiesta sarebbero emerse commistioni tra gli interessi di imprenditori del settore e quelli della criminalita’ organizzata per la quale il settore del “gaming” rappresenta una forte attrattiva, in quanto attivita’ estremamente redditizia.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, dalle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro, dal Servizio centrale operativo di Roma, dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza, del Nucleo di polizia valutaria di Reggio Calabria, dal Gico del Comando provinciale di Catanzaro e dallo Scico di Roma.