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Il capo della Dna, Melillo, incontra Gratteri: “Catanzaro e Reggio Calabria centri di irradiazione per le inchieste sulla ‘ndrangheta in ambito internazionale”

“Sono molto contento di essere qui a Catanzaro perché era da tempo che con il procuratore Gratteri contavamo di fare una riunione con tutti i suoi magistrati. Io cerco, in generale, di conoscere da vicino tutte le procure distrettuali. Poco tempo fa sono stato a Reggio Calabria per una riunione analoga e oggi sono a Catanzaro perché sono i due pilastri su cui si regge una parte importante dell’azione di contrasto alla criminalità organizza nel Paese”. Così il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo che questo pomeriggio ha avuto una riunione con il procuratore capo Nicola Gratteri, tutti i suoi pm e il procuratore generale Giuseppe Lucantonio, nella sala conferenze della Procura di Catanzaro.

“Sono qui – ha aggiunto Melillo – anche per dire ai colleghi, soprattutto a quelli più giovani, che la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo è una struttura di servizio per il lavoro delle procure distrettuali. Noi lavoriamo accanto alle Dda. Abbiamo l’esigenza di accorciare sempre più le distanze tra la Procura nazionale e le procure distrettuali e quest’anno le distanze si sono parecchio ridotte. Con i procuratori distrettuali tutti ci riuniamo per esaminare i problemi comuni, al di là del coordinamento delle singole indagini. Anche questo serve per costruire una sorta di tessuto di responsabilità istituzionale perché l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e quella del pubblico ministero in particolare devono avere per contrappeso il senso di responsabilità. E del senso di responsabilità fa parte la consapevolezza della necessità di dover lavorare insieme, di doversi confrontare. In questo anno ho ricevuto una straordinaria prova di disponibilità, un contributo prezioso ogni giorno dai procuratori distrettuali tutti, e in particolare dai procuratori che guidano le procure più impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata”.

Per quanto riguarda la diffusione della ‘ndrangheta a livello internazionale, Melillo ha affermato che “ormai parliamo di ‘ndrangheta se incontriamo il procuratore generale della Confederazione Elvetica, se incontro, come è avvenuto la settimana scorsa, il procuratore generale della Colombia, o se incontro il ministro della Giustizia canadese, se incontro i colleghi tedeschi. In ambito nazionale, poi, le indagini in materia di ‘ndrangheta hanno un peso sempre maggiore per la capacità di questa struttura criminale di ramificasi e spandere un tessuto di imprese, apparente lecite, intorno a se”. Importante è il contributo che possono dare Procure di frontiera come quella di Catanzaro.

“Il contributo di una Procura come quella di Catanzaro – ha detto il capo della Dna – è fondamentale perché anche le indagini che si fanno all’estero o nelle regioni centrosettentrionali sui fenomeni di ramificazione della ‘ndrangheta, si nutrono della conoscenza profonda del fenomeno e della conoscenza del contenuto delle indagini, effettuate sulle ‘case madri’ della criminalità, a Catanzaro e a Reggio Calabria che sono due centri di irradiazione per le inchieste non solo in ambito nazionale ma anche internazionale“.

“Parliamo di questo incontro già da prima che il procuratore nazionale antimafia ricoprisse il suo ruolo. Questo vi fa capire il rapporto che ho sempre avuto sul piano personale con il procuratore nazionale antimafia già da quando era capo di gabinetto. Non dimentichiamo che quando era capo di gabinetto del ministro Orlando è stato lui quello che mi è stato più vicino di tutti per farci avere sette pubblici ministeri in più e un aggiunto”.

“Non dimentichiamo – ha aggiunto – che è stato Melillo a darci sette auto Passat quando noi avevamo le Fiat Punto bianche. È un rapporto antico quello che ho con il procuratore nazionale antimafia, un rapporto di stima e di affetto”.

Gratteri ha anche scherzato sulla presunta rivalità con Melillo nella corsa alla Dna: “Ricordate quando mi punzecchiavate – ha detto rivolgendosi ai giornalisti – e io vi dicevo ‘vedrete, la Procura nazionale antimafia migliorerà perché Melillo è un bravo organizzatore, capace’. E infatti non ho fatto ricorso sulla nomina. Ma noi, di tutto ciò, già ne parlavamo prima. Sapete che sono abituato a dire quello che penso. Questo è il mio rapporto con il procuratore Melillo”.

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