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Avvelenati quattro cani pet therapy dell’Associazione Equipariamo di Catanzaro. Legambiente Calabria: “Fermare la violenza contro gli animali, Prefettura attivi tavolo”

Legambiente Calabria ed il circolo territoriale di Legambiente Catanzaro esprimono profonda indignazione per il vile e gravissimo atto di avvelenamento che ha colpito l’Associazione Equipariamo di Catanzaro, causando la morte di quattro cani da pet therapy – Ciarly, Cloe, Jack e Johnny – veri professionisti della cura e dell’affetto, preziosi compagni di vita e di lavoro per tanti bambini e persone fragili.

Questi animali, parte integrante dei programmi di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), rappresentavano una speranza concreta per oltre venti famiglie che, con fiducia e amore, hanno trovato grazie a questi professionisti a quattro zampe un’occasione di rinascita, di fiducia, di sorriso. La loro uccisione non è solo un atto di crudeltà verso gli animali, ma un’aggressione alla comunità, ai bambini “speciali” che ogni giorno trovavano in loro un amico, un aiuto, una terapia.

Legambiente si unisce all’appello del presidente di Equipariamo, Aldo Tassoni, e delle associazioni che si sono espresse con coraggio e dolore in queste ore. È necessario che questo atto criminale non resti impunito e che lo Stato, nelle sue articolazioni territoriali, intervenga con fermezza e rapidità.

Chiediamo alla Prefettura di Catanzaro – si legge nel comunicato stampa -di attivare stabilmente il “Tavolo di Coordinamento per la prevenzione e il monitoraggio delle esche e dei bocconi avvelenati”, previsto, in ultimo, dall’articolo 7 dell’Ordinanza del Ministero della Salute dell’8 agosto 2025. Questo strumento, è indispensabile per affrontare in modo sistematico e coordinato una piaga che interessa purtroppo tutte le cinque province calabresi, e deve diventare operativo con urgenza: solo attraverso un’azione concertata tra istituzioni, forze dell’ordine, veterinari, enti locali e associazioni ambientaliste e animaliste si possono fermare questi atti criminali.

Allo stesso modo, chiediamo all’Arma dei Carabinieri, tramite la loro specialità dei Carabinieri Forestali di aumentare sul territorio delle cinque province le unità specializzate dedite al contrasto di questa tipologia di reati con indagini approfondite, unità cinofile, pattugliamenti mirati e collaborazione attiva con le realtà associative e civiche.

Quello che è accaduto ad Equipariamo è un segnale inquietante e intollerabile. Non è un episodio isolato, ma il sintomo di una deriva di violenza che colpisce gli animali, la convivenza civile, la fiducia, la solidarietà. Come evidenziano da anni gli studi dell’Associazione LINK Italia, che si occupa del nesso tra violenza interpersonale e maltrattamento animale, chi è capace di infliggere sofferenza a un animale spesso manifesta o svilupperà comportamenti violenti anche verso persone indifese, come bambini, donne, anziani o soggetti fragili. Contrastare la crudeltà verso gli animali significa dunque anche prevenire la violenza sociale, tutelando la sicurezza collettiva e promuovendo una cultura del rispetto e dell’empatia.

Legambiente  esprime tutta la propria solidarietà non solo morale, ma come impegno a continuare ad enunciare, a vigilare e a chiedere con fermezza che le Istituzioni agiscano, applicando e facendo rispettare la legge, per proteggere la vita e la dignità di tutti gli esseri viventi.

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