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Sanità: Boccia(Pd), maggioranza sorda a lezione Covid

“La pandemia da Covid fu un momento di grande e drammatica emergenza, ma anche di grandissima umanità e solidarietà. Ricordo quando da ministro degli Affari regionali fui chiamato a coordinare il rapporto tra Governo, regioni ed enti locali nella gestione dell’emergenza e ci trovammo di fronte al fatto che al Nord non c’erano più, medici, infettivologi, rianimatori. Avemmo l’intuizione con la protezione civile di richiamare in servizio i medici italiani in pensione. Devo dire che i presidenti di regione in buona fede ci dissero che pensavamo avremmo forse reclutato 50 persone, ne caricammo invece a centinaia sugli aerei dell’Areonautica militare: dalla Campania, dalla Puglia, dalla Calabria, dalla Sicilia, dal Lazio…Medici che mettevano due cambi in un trolley e partivano. Fu una grande lezione, non ci pensarono due volte. Quello è il sentimento di unità nazionale che dovrebbe spingerci a portare la spesa per la sanità pubblica al 7% del Pil”. Lo ha detto il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd, agli Stati generali della ripartenza, organizzati dall’Alma Mater di Bologna. “Lo diciamo non solo perché le terapie intensive potrebbero servire di nuovo – ha proseguito Boccia – ma pure perché bisogna rafforzare i servizi territoriali, perché non ci sono in Italia cittadini di serie A, B e C. A un certo punto invece c’è stata un’inversione di tendenza. Che le risorse siano poche è un dato oggettivo, ma non si può tornare alla sanità privata. Questa sembra invece essere la cultura del governo attuale, anche per quanto riguarda le infrastrutture. Noi abbiamo tentato di costruire percorsi condivisi con questa maggioranza, ma sulla sanità finora non ci siamo riusciti”.

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