La BCC della Calabria Ulteriore è una banca più che solida. A certificarlo è stato Altroconsumo, l’associazione dei consumatori, che nei giorni scorsi ha diffuso la classifica delle Banche più sicure del Paese.
In questa particolare classifica la BCC della Calabria Ulteriore guadagna il massimo del rating (5 stelle) grazie all’elevata patrimonializzazione dell’Istituto.
Un’ulteriore riprova dell’attenzione con la quale il management gestisce i risparmi di tutti i correntisti cercando di creare valore per tutta la comunità bancaria. Un dato che è cristallizzato nei bilanci, ma che oggi trova una conferma nell’indagine di un organismo indipendente come Altroconsumo.
L’Associazione riferisce che per stilare questa classifica si è basata, tra gli altri, su due indicatori tecnici: il CeT 1 Ratio e il Total Capital Ratio. Questi indicano il rapporto tra il patrimonio della Banca e i rischi che si è assunta investendo e concedendo credito. Hanno poi riassunto in un unico punteggio i dati dei due indici.
Tutto ciò ha permesso all’Istituto di ottenere un punteggio di 435,8 e un rating di 5 stelle che indica le Banche più solide.
Una notizia quindi più che positiva, non solo per i correntisti, ma anche per tutti i soci. La BCC della Calabria Ulteriore impiega, infatti, le risorse finanziarie a vantaggio del territorio nel quale le raccoglie. Per legge, il 95% delle attività deve essere mantenuto nella zona in cui opera.
«Un dato che sicuramente salutiamo con soddisfazione – dice Sebastiano Barbanti, Presidente del CdA della BCC della Calabria Ulteriore – che ci conferma come la strada intrapresa per il rilancio dell’Istituto sia quella giusta. Naturalmente per noi non è un punto di arrivo, ma un ulteriore step raggiunto dal quale ripartire. Abbiamo in serbo, infatti, per i nostri clienti una serie di prodotti finanziari innovativi che presto presenteremo al mercato». Un altro dato da sottolineare della classifica di Altroconsumo è la presenza nelle prime posizioni di diverse BCC «Le nostre banche sono tra le più patrimonializzate del sistema bancario – conclude Barbanti – grazie al vincolo di destinare a riserva indivisibile almeno il 70% degli utili netti annuali».