<<Ho letto con grande interesse l’articolo di Gian Antonio Stella, comparso sul Corriere della Sera, a pagina 10, del numero di giovedì 27 luglio 2023, dal titolo “Le mille battaglie di don Ciotti. Un utile ‘grillo parlante‘“, e non posso che confermare la grande stima e l’attività di gran pregio portata avanti dal fondatore, tra l’altro, anche di Libera. Ma, questo, non legittima, certamente, ad affermazioni offensive ed umilianti per il popolo calabrese e siciliano. Il dire che il ponte non unisce due coste ma due cosche è fortemente dispregiativo per le comunità che vivono in tali territori. La Calabria e la Sicilia non sono composte solo da mafia e ‘ndrangheta. Ci sono tantissime persone per bene che sono la maggior parte e che stanno lottando per liberarsi da tale cancro. E ci sono persone che hanno perso la vita e famiglie che sono dovute andare via. Un profondo dolore e tanta sofferenza che vengono offese dalle parole di don Ciotti. E dispiace che un grande giornalista come Gian Antonio Stella non abbia colto tale sfumatura profonda che ha indignato il ministro Matteo Salvini e tutti coloro che stanno cercando, con impegno e sacrifici, di colmare un divario pesante tra nord e sud creato da una classe dirigente più che mediocre. E su questo non si può non ricordare che in tutti questi anni a governare l’Italia è stata maggiormente la sinistra. Ma non è finita qui! E di notoria conoscenza, per chi non ha riserve mentali, che solo la crescita sociale ed economica, con la creazione di posti di lavoro e nuova cultura, possono debellare la criminalità organizzata. Abdicare a ciò per paura della ‘ndrangheta o della mafia vuol dire rafforzare la criminalità: la sottocultura e i disagi economici sono fattori che ingrassano l’esercito dei malavitosi. E, comunque, lo Stato non può abbandonare dei territori difficili per paura della criminalità organizzata. E proprio in queste zone che si ha bisogno della presenza delle istituzioni e di investimenti consistenti per portare opere, servizi e, principalmente, posti di lavoro. Mi chiedo se queste elementari nozioni non siano conosciute da Stella e don Ciotti? Penso proprio che non sia possibile che persone di così alto spessore morale e professionale non conoscano i fattori che possono seriamente sconfiggere le mafie. Ed allora l’intervento in favore di don Ciotti non ha alcun senso! Anzi, sta a dimostrare che spesso si usano a sproposito frasi e slogan che possono solo creare danni e malintesi. Ed, infine, se ci fosse stato il ponte la Sicilia non sarebbe rimasta isolata per diversi giorni a causa degli incendi che hanno bloccato gli aeroporti di Catania e Palermo. Quindi, una dimostrazione chiara che il ponte sullo Stretto è necessario e si deve farecelermente. Lamenta Stella della mancanza di altre infrastrutture, forse per Lui maggiormente importanti. Ricordo, con umiltà, che se 50 anni di amministrazioni varie (destra o sinistra) hanno ridotto il sud in queste precarie e disastrose condizioni, forse una ragione esiste: incapacità o altro? Oggi, grazie al ministro Salvini, tante opere sono in cantiere e verranno realizzate. A tal proposito invito Stella ad informarsi meglio sia sulle ricadute economiche a seguito della creazione del ponte e sia sulle opere infrastrutturali che verranno realizzate contemporaneamente. Un’occasione unica che non può essere, certamente, sporcata da interventi poco studiati e che porterebbero ulteriormente indietro il sud. Che si faccia il ponte come tutte le altre opere necessarie per cercare di superare quel divario creato da oltre 30 anni di cattiva ed inadeguata amministrazione del sud. Tutto il resto lo lasciamo alle chiacchiere del tutto inutili e siamo pronti ad abbracciare don Ciotti per proseguire, tutti assieme, le sue vere battaglie alla criminalità>>.
Lo dichiara il coordinatore regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno