Si è conclusa ieri, nel Castello di Santa Severina, l’attività “Notti bianche in Biblioteca”, una delle molteplici attività previste dal progetto “Ci vediamo in biblioteca” con il quale il Comune di Santa Severina è risultato vincitore del bando “Giovani in Biblioteca” del Dipartimento politiche giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ci vediamo in biblioteca e altrove potremmo aggiungere, data l’erranza insita nel progetto stesso, che vuole fare della biblioteca non il luogo di conservazione e consultazione dei libri ma il motore di eventi e occasioni per diffondere il piacere della lettura e dell’ascolto e la cultura del libro, nell’intera comunità che risiede in quello che è considerato uno dei borghi più belli d’Italia.
Notti bianche in biblioteca ha previsto sei incontri nel corso dei quali il momento della lettura ad alta voce si è intrecciato magistralmente per le pagine e gli autori proposti, con le esecuzioni musicali dei diversi artisti che sono stati coinvolti: Daniele Moraca in duo con Marco Trifilio; Paolo Presta con Francesco Magarò; Massimo Garritano; Gaspare Tancredi e Attilio Gualtieri; Checco Pallone con Tiziana Grezzi, Fabiana Dota, Alberto La Neve e Flavio Scanga e infine il trio femminile del Tarab Ensemble con Federica Greco, Alessandra Colucci e Serena Lionetto. Prezioso anche il supporto tecnico del service audio della cooperativa Aristippo Touring Service con Gino e Pino Barone.
Calvino, Pessoa, Borges, Lorca, Corona, Eugenio Scardaccione e Franco Costabile, le voci del bosco, il canto dei migranti, il naufragio di Cutro, narrativa fantastica e realistica, poesia e brevi passaggi saggistici sono stati le pagine interpretate dalle voci di Patrizia Fulciniti e Gianni Paone dell’Associazione Terra di Mezzo, partner del progetto. Sono state anche lette direttamente dagli artisti coinvolti “Il treno ha fischiato” di Pirandello; “l’Italia in seconda classe” di Paolo Rumiz e “L’uomo che guardava passare i treni” di Georges Simenon oltre ad alcune pagine in dialetto calabrese.
L’incontro con il trio Tarab Ensemble di venerdì 12 settembre è stata la degna conclusione di un percorso che aveva l’ambizioso obiettivo di creare comunità, di far emozionare, di meravigliare, di sospendere il tempo reale per condurre i partecipanti in una dimensione altra. Tutto il pubblico presente, uomini, donne, ragazzi e bambini sono stati trascinati in una sorta di viaggio musicale/astrale che ha previsto tante mete. Il viaggio ci ha portati dalla Bielorussia al Brasile, dalla Spagna a Napoli, dalla Puglia all’India ci ha fatto viaggiare per epoche storiche e terre sconosciute, incontrare culture, senza alcun obiettivo se non quello di donare piacere ma con il risultato di rendere tutti i presenti partecipi di un’avventura in cui l’altro, lo straniero si spoglia dell’estraneità e diviene creatore musicale capace di incantarci con ritmi e melodie che seppur nati dalla parte opposta della Terra, presentano forti similitudini con la nostra musica tradizionale. A questo si unisca il coincidenziale richiamo dato dal suono del titolo di un canto del Mali “Sila” che richiama il nostro altipiano montuoso ma che in realtà significa tutt’altro: canta di bambini che si perdono nella foresta e cercano la strada per tornare a casa.
La platea è rimasta sospesa tra terra e cielo, concentrata nell’ascolto fremente di ritmi tradizionali e pop sapientemente rivisitati, orchestrati e interpretati da Federica Greco, Serena Lionetto e Alessandra Colucci, considerata dalle altre due il “centro di gravità”. Un trio di grande spessore musicale che è capace di condurre una ricerca musicale seria ma anche di divertirsi sulla scena e di coinvolgere al cento per cento tutta l’audience nel viaggio attraverso canti tradizionali centrati sull’amore, sulla libertà, su elementi naturali come l’acqua e il vento. Decine e decine di strumenti a percussione e a scuotimento hanno reso possibile, grazie all’apporto fondamentale dell’unico strumento a fiato utilizzato, la voce, l’esplorazione di diversi paesaggi sonori.