A 50 anni dalla morte di uno dei principali intellettuali del Novecento, Pier Paolo Pasolini, il liceo Classico Telesio di Cosenza ospita nella sua biblioteca “Stefano Rodotà” uno dei massimi conoscitori del poeta: Roberto Carnero, Professore di Letteratura Contemporanea all’Università Alma Mater studiorum di Bologna, giunto a Cosenza grazie all’agenzia editoriale Fiorenzo e al dott. Vincenzo Avolio impegnati ad offrire interessanti opportunità conoscitive e formative alle scuole.
“Giornata Pasolini” il titolo dato all’evento che rappresenta la degna conclusione dell’esperienza dei colloqui fiorentini, che per il 2025, in considerazione dell’importante anniversario, hanno celebrato proprio l’impietoso interprete della nuova Italia repubblicana.
A ricordarlo nel saluto iniziale il dirigente del Telesio, ing. Domenico De Luca: “bellissima giornata che ci permette di ascoltare un grande esperto di letteratura e assistere alla presentazione dei lavori degli studenti su alcune opere del regista, attore, sceneggiatore, poeta e anche insegnante per un breve periodo della sua vita. Una figura quella di Pasolini che vale la pena analizzare per quanto ha ancora da raccontare relativamente a temi cruciali e ai continui cambiamenti della società che ieri come oggi hanno importanti influenze e ricadute”. De Luca ha quindi consegnato al prof. Carnero il gagliardetto della scuola a ricordo del proficuo incontro ed espresso il desiderio di partecipare in prima persona ai prossimi colloqui “quale esperienza immersiva che entusiasma puntualmente docenti e studenti”.
Il Telesio ha infatti preso parte anche quest’anno all’importante convegno di letteratura italiana per le scuole superiori con un nutrito gruppo di studenti e docenti accompagnatori, dietro impulso della referente del progetto, Prof. Maria Pia Domanico che come matematico è entrata in maniera fortuita in contatto con questo mondo, dovendo sostituire anni fa una collega impossibilitata ad accompagnare i ragazzi all’incontro con Ungaretti, rimanendone folgorata: “è stata – ha ricordato- un’esperienza che ha permesso di confermare a me stessa la passione per la letteratura e di scoprire la valenza culturale e formativa dei colloqui, che offrono ai ragazzi un nuovo modo di fare letteratura. Un metodo- ha proseguito la Domanico- che ritengo rivoluzionario, perché porta gli studenti ad un incontro non sull’autore, protagonista dell’edizione dell’anno, ma ad un incontro con l’autore. Partendo dall’analisi del testo, dalle parole si scopre che la letteratura è viva e che l’autore ha un’interiorità che va esplorata per coglierne l’essenza del pensiero e i messaggi fondamentali. Con Pasolini l’impatto è stato importante, i ragazzi ne sono stati sconvolti positivamente e travolti emotivamente, e questo trapela dai loro lavori e dalla richiesta, a fine convention, di tornare a Firenze anche l’anno prossimo per incontrare un nuovo autore. Per me e i colleghi che quest’anno ho coinvolto e “contagiato” è una bella soddisfazione”.
A moderare i lavori della giornata su Pasolini la professoressa Rosanna Tedesco, che assieme alle colleghe Alessia Travo e Giuseppina Bossio, ha seguito i ragazzi nel loro lavoro di indagine e ricerca su “un’autore poliedrico e controverso- ha ricordato la Tedesco- amato e vituperato, protagonista e artefice di un’opera monumentale, che non ha ancora finito di dire quel che ha da dire, di una straordinaria attualità perché sempre in anticipo rispetto al suo tempo”.
Quindi ha introdotto gli studenti reduci dalla tre giorni di altissimo profilo culturale. Le studentesse della VE: Vittoria Curcio, Agnese Gaudio e Luna Forlino, si sono soffermate sulla politica e la religione quali temi centrali della produzione pasoliniana, che garantisce, hanno evidenziato durante la presentazione della loro tesina sul romanzo ragazzi di vita, “una rappresentazione del reale in una evoluzione continua di complessità”. Giulia Mercurio della IIIA EU, Margherita Niccoli della IIIA e Giada Perrotta IIA hanno illustrato con il loro testo il disperato desiderio di vita e di luce fra contraddizioni e ricerca di risposte nella voce poetica di Pasolini, che con la sua poesia garantisce il continuo movimento dall’introspezione all’espressione e viceversa, permettendo ai giovani di comprendere i propri sentimenti e soprattutto di esprimerli in maniera creativa.
Prima dell’atteso e denso intervento del docente universitario, la proiezione del video curato dal Prof. Eliodoro Loffreda e da Francesco Eugenio Cozza, studente della VE che si sono concentrati su aspetti molto presenti nel cinema di Pasolini: la parola, il silenzio e l’urlo, questo probabilmente per la sua formazione di poeta, saggista e letterato.
Quindi la lectio magistralis di Carnero che ha prima di tutto ricordato la vita di Pier Paolo Pasolini, soffermandosi sulla tragica persecuzione mediatica e giudiziaria partita nel ’49, quando viene accusato di corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico; verrà assolto nel processo ma lo scandalo resta perché l’omosessualità a quei tempi e in un piccolo paesino del Friuli è ancora un tabù. Per cui Pasolini viene sospeso dall’insegnamento, radiato dal partito comunista e decide di lasciare Casarsa. A Roma trova un altro tipo di popolo che è il sottoproletariato oggetto di rappresentazione nei suoi romanzi romani e poi nei film che Pasolini comincia a dirigere all’inizio degli anni 60, celebre “mamma Roma” con Anna Magnani.
“Pasolini quindi nasce come poeta e continua come romanziere mettendosi a dirigere film. Il giornalismo ha sempre fatto parte della sua vita, scrive per giornali articoli che riguardano non solo la letteratura ma anche la società, il costume e l’evoluzione sociale”.
Il professore ha centrato la sua lezione sugli scritti corsari, una raccolta di articoli che escono perlopiù sul Corriere della Sera. “Corsaro- ha detto Carnero- è qualcuno che si pone contro in maniera luterana. L’aggettivo rimanda all’iniziatore della riforma protestante che ha rifiutato l’ortodossia per una forma di eterodossia; due aggettivi che ci dicono qual è la posizione intellettuale di Pasolini: andare contro il pensiero comune, porsi sempre in una posizione di sfida alle istituzioni e al pensiero dominante”. Il Professore ha enucleato i temi che attraversano gli scritti corsari come laboratorio di educazione civica. Primo tema indicato è la civiltà dei consumi “perché Pasolini testimonia spesso di ciò che è stato il boom economico, consapevole che la storia economica in alcuni casi è ancora più importante di quella politica”. Dal boom economico alle dittature. “Per Pasolini il fascismo non è riuscito a omologare gli italiani cosa che invece è riuscito a fare quello che lui chiama il nuovo fascismo, ossia il consumismo frutto del capitalismo avanzato, che si basa sulla continua sollecitazione di bisogni che non sono reali ma indotti e costituiscono l’unico valore della società. Pasolini è anche un modello di prosa saggistica- ha detto il critico letterario- nelle sue opere si legge un italiano di alto livello”. Lo studioso fa anche una lunga riflessione su Pasolini e il carcere avendo subito nella sua vita ben 33 processi, conseguenti ad accuse e denunce relative ad ogni film o libro che usciva. “Non è mai stato condannato- ha chiarito Carnero- ma doveva impiegare energie e soldi per difendersi. Era cosciente di essere continuamente sotto attacco di quello che oggi definiremmo bullismo di stampo omofobico. Vivrà gli anni della cosiddetta rivoluzione sessuale in cui si afferma una maggiore permissività che Pasolini denuncia come forma di consumismo applicato alla sessualità. Il tema del divorzio e dell’aborto – ha proseguito Carnero nella sua appassionata dissertazione- a Pasolini interessano come cartina di tornasole per misurare le trasformazioni che la società italiana aveva subito. Le sue esternazioni sono spesso il risultato delle sue contraddizioni che lo espongono a facile strumentalizzazione”. Tra gli altri temi toccati dal docente universitario bolognese quello della chiesa cattolica: “Pasolini non era credente ma vorremmo definirlo un cristiano ateo o cristiano gnostico perché era profondamente affascinato dalla figura di Cristo”.
A fine intervento la platea della Rodotà ha applaudito entusiasta e si è stretta assieme all’ospite attorno al buffet di benvenuto fatto preparare dalla responsabile al cerimoniale e alla biblioteca del Telesio, la professoressa Silvana Gallucci.