“Ecco che cosa ho pensato: affinché l'avvenimento più comune divenga un'avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo” - Jean-Paul Sartre
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Cosenza: grande successo per la rappresentazione del monologo “Grisaglia blu”

Le associazioni AUSER e CONFLUENZE, che già hanno collaborato nella realizzazione di altri importanti eventi culturali,  hanno messo in atto una organizzazione impeccabile  e precisa  nella cordiale accoglienza del folto pubblico arrivato per assistere allo spettacolo e nella cura dei dettagli , che hanno reso l’intera serata una occasione memorabile anche per il dibattito che ne è seguito.

L’evento, che era stato organizzato per contrastare, ancora una volta, la violenza sulle donne, si

è rivelato occasione straordinaria e significativa.

L’atmosfera è stata coinvolgente e solidale con interventi interessanti che hanno sensibilizzato il pubblico presente.

AUSER e CONFLUENZE insieme hanno dimostrato un impegno tangibile nella lotta contro questa

grave problematica, offrendo uno spazio sicuro per condivisione e consapevolezza.

Ogni cosa è stata organizzata per bene, grazie anche a tutto lo staff del teatro. La scelta degli argomenti

trattati hanno reso l’evento emotivamente potente come pure la efficace interpretazione di Maria Pia

Iannuzzi, nel monologo di apertura. In definitiva, tutto ha contribuito a promuovere e ispirare azioni

concrete per contrastare la violenza sulle donne.

Attraverso le domande rivolte al regista dello spettacolo, Nello Pepe, che con vari aneddoti ha sottolineato che: “recitare significa esprimere e rappresentare un personaggio, una situazione, attraverso la performance di dialoghi e azioni che si svolgono sul palcoscenico”, il discorso ha toccato anche osservazioni sull’arte della recitazione e sul ruolo fondamentale dell’attore.

Secondo lo stesso, “il teatro è la forma d’arte che coinvolge comunicazione emotiva e narrativa per

trasmettere una esperienza al pubblico”, come ha fatto l’attrice di GRISAGLIA BLU, raccontando la miseria e i problemi di Antonietta Gavone, la vedova del monologo rappresentato.

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