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Affidamento familiare, Staine: “Vogliamo sostenere percorsi di accesso alle prestazioni e all’autonomia”

“Ritengo che nella regolamentazione nazionale in materia di affidamento familiare, sia necessario prevedere adeguate forme di sostegno diretto ed indiretto alle famiglie affidatarie, disciplinate ai diversi livelli istituzionali. Deve essere contemplata anche la possibilità di un incremento del contributo spese mensili nei casi di minori con disabilità”.

Lo ha detto Emma Staine, coordinatrice della Commissione politiche sociali della Conferenza Stato Regioni e assessore regionale alle Politiche sociali, intervenendo a Roma nella sala della Regina della Camera dei deputati, in occasione dell’incontro sui 40 anni dall’approvazione della legge sull’affidamento familiare.

Il Tavolo nazionale affido raccoglie le associazioni e le reti che in Italia si occupano di affido familiare e chiama a raccolta tutti i soggetti che in tal senso ricoprono un ruolo importante.

Al confronto hanno partecipato il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, ministri, famiglie, avvocati, magistrati, operatori socio sanitari e associazioni, per fare il punto sulla legge 184 /83 e dello stato di salute dell’affidamento familiare.

“È auspicabile pensare – ha poi aggiunto la coordinatrice della Commissione Emma Staine – a speciali percorsi atti a facilitare l’accesso e l’erogazione delle prestazioni sanitarie necessarie al bambino in affidamento familiare, con particolare riguardo a quelli con disabilità di tipo fisico, psichico e sensoriale. Ad esempio individuare percorsi prioritari per rispondere in tempi adeguati ai bisogni di cura del bambino in affidamento familiare (visite specialistiche, sostegno psicologico e psicoterapeutico, interventi riabilitativi, assistenza infermieristica domiciliare, protesi e ausili). Tra l’altro, quando un bambino presenta bisogni particolarmente complessi, la sua accoglienza richiede una disponibilità peculiare da parte delle famiglie affidatarie e interventi di supporto strutturati a cura dei servizi sociali e sanitari, anche in collaborazione con l’associazionismo. Tutto questo è realizzabile se si accompagna a provvedimenti normativi concernenti la creazione di fondi specifici per sostenere tali percorsi di accesso alle prestazioni e, quindi, ai percorsi per l’autonomia”.

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