La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura generale di Catanzaro contro un precedente decreto della sezione previdenza della Corte con il quale veniva revocava la confisca di beni appartenenti all’imprenditore lametino Salvatore Mazzei e ai suoi familiari. La Corte ha così accolto le richieste dei difensori, gli avvocati Ugo Custo e Eugenio Battaglia (per Armando Mazzei, Drusiana Caputo, Emanuela Mazzei, Giovanna Mazzei e Maria Concetta Mazzei) e l’avvocatessa Giulia Bongiorno (per Stefania Mazzei).
Si tratta di beni il cui valore, secondo la stima, è di circa 22 milioni di euro. “Questa pronuncia – afferma l’avv. Custo – pone fine ad un giudizio durato oltre 10 anni, durante i quali Mazzei ha sempre sostenuto la propria estraneità alle accuse di essere imprenditore attiguo alle cosche malavitose ed anzi ha dimostrato di essere sempre stato vittima delle consorterie mafiose”.