L’allerta arancione non ha scompigliato i piani e stamattina l’Arci Calabria ha regolarmente celebrato il congresso attraverso il quale i delegati hanno riconfermato Giuseppe Apostoliti alla carica di presidente regionale. Tutto alla presenza di Walter Massa, il ligure responsabile nazionale dell’Organizzazione per che il 4 dicembre a Roma tenterà la scalata alla guida nazionale dell’Arci. Questo lo scenario che oggi ha sprigionato in via Conti Falluc l’atmosfera congressuale che avrà il suo apice nella Capitale, ma che sembra aver già proiettato la Calabria associativa nella prospettiva di un 2023 da sfruttare al massimo per ingranare la marcia di una svolta che Apostoliti pare voler interpretare come la sfida delle sfide.
La mission di Apostoliti
«Stanco, ma felice», così il riconfermato presidente regionale si è definito al termine di un mandato quadriennale durante il quale – ha voluto precisare – «abbiamo fatto un percorso che non avrei mai immaginato». Rapporti ripresi con la politica, i sindacati e la pubblica amministrazione, ma soprattutto circoli che funzionano al punto da entusiasmare Apostoliti, un presidente consapevole del fatto che il percorso da compiere sia ancora lungo, ma che ora punta dritto al sostegno che Arci Calabria ha ormai ufficializzato a favore della candidatura di Walter Massa per la guida di Via dei Monti di Pietralata. Un intervento a braccio, il suo, ascoltato in streaming anche dal presidente provinciale dell’Arci Catanzaro, Rosario Bressi, servito a delineare i tratti colorati di una «realtà bellissima» che Apostoliti conosce circolo per circolo e che punta a «contrastare le difficoltà che la Calabria sconta mettendo in campo le risorse migliori». Da qui la spinta a un comitato direttivo forte che sappia governare un futuro che Apostoliti sogna «fluido e veloce». Di certo c’è che il riconfermato presidente regionale ha offerto ai circoli «un sostegno maniacale» nella convinzione granitica che «in Calabria l’Arci sia l’associazione più grande». Da Reggio Calabria a Castrovillari, passando per l’attivismo frenetica di Cosenza e del circolo Entropia che spopola all’Unical, Apostoliti ha provato così a evidenziare i tratti distintivi di una guida, la sua, che riparte dalla volontà di fare dell’Arci Calabria «una realtà in grado davvero di spiccare a livello nazionale».
Occhi puntati sull’invecchiamento attivo
La capacità di progettare c’è come dimostra lo Sportello di sviluppo associativo che Arci Catanzaro lancerà a giorni. Un gancio, questo, offerto da Apostoliti e colto al volo da Rosario Bressi, un presidente provinciale che ha voluto investire il congresso regionale di una mozione concentrata sull’invecchiamento attivo. L’ha fatto con il piglio pragmatico di Arci che all’invecchiamento non guarda soltanto sotto il profilo sanitario. Netta la sfida: «Puntare a un’aspettativa di vita che cresca in buona salute». Basta, dunque, con un gap che Arci Calabria ha provato a colmare attraverso il progetto “La cultura è la cura”, ma sul quale bisogna ancora lavorare «intercettando – parola di Bressi – le opportunità che ci sono magari attraverso un apposito gruppo di lavoro che si concerni su tali aspetti».
Il dibattito congressuale
Ricco il dibattito aperto da Silvio Cilento, presidente di Arci Cosenza che in sede regionale ha inteso portare il tema di «un’accoglienza da incrementare senza tralasciare la formazione che implementi le competenze». E poi i giovani, una fascia che Cilento sogna davvero «partecipante e non soltanto coinvolta». Uno scatto in avanti caldeggiato pure da Antonio Scaramuzzino che, per il Comitato territoriale Lamézia – Vibo, ha spezzato una lancia a favore di giovani, donne e minori con un occhio particolarmente attento al contrasto alla povertà educativa. E per Reggio Calabria è toccato a Giuseppe Fanti accendere i riflettori su quella digitalizzazione da sviluppare anche cogliendo le opportunità poste sul piatto dal Pnrr. Tecnicismi e ambizioni si sono dunque fuse in un congresso regionale che ai giovani ha dato spazio attraverso Daniela Ielasi, presidente del circolo Entropia, che nella sala conferenze dell’Arci Calabria ha portato l’esperienza del circolo universitario dell’Unical. Tanti, in ogni caso, gli spunti emersi da un dibattito che ha dato voce ai delegati prima dell’intervento di Filippo Sestito che, per Arci Crotone e dall’alto della sua esperienza all’Arci nazionale, ha portato all’attenzione di Walter Massa esigenze concrete e tecniche sulle quali non si può abbassare la guardia. Da qui la richiesta di una «formazione seria, costante e continua che l’Arci Calabria possa fare sul posto». Sestito, insomma, punta a una cassetta degli attrezzi all’altezza di una sfida all’interno della quale lui immagina e caldeggia una leadership nazionale Arci che «torni a fare politica». L’autonomia differenziata poi il cruccio di chi dal Pnrr si sarebbe aspettato molto di più.
Le ricette nazionali dell’aspirante presidente nazionale Walter Massa
Quel che è certò è che «quello calabrese è l’ultimo congresso regionale Arci prima dell’appuntamento nazionale». A dirlo il candidato in corsa Walter Massa che ormai in Calabria è di casa e che proprio a Catanzaro ha rilanciato l’orgoglio di «una realtà senza la quale le comunità locali non sarebbero quelle che sono». E poi il riconoscimento: «Associazione rafforzata nonostante la pandemia». Così Walter Massa ha promosso anche la presidenza Apostoliti. L’ha fatto portando avanti un ragionamento teso a «estirpare la solitudine delle persone, vero cancro di una società nella quale però i circoli Arci sono rifugio». Da qui la ricetta di chi crede che «anche questo significhi fare politica», di chi adesso punta tutto sul «coraggio di un’associazione che è tornata a fare comunità». E poi le sfide, prima tra tutte dire «basta all’Iva sui circoli perché noi – ha detto senza remore – non siamo i bar. Barricate, dunque, contro chi vuole smantellare il nostro mondo» lanciate da un aspirante presidente deciso a difendere il diritto dei cittadini, costituzionalmente garantito, ad associarsi». Mano tesa ai territori poi da chi stamattina a Catanzaro è stato netto: «Non è possibile fare tutto a Roma». Di una cosa Massa è certo: «La filiera deve funzionare tutta e nessuno deve sentirsi solo perché anche in Calabria ci sono eccellenze». Ecco perché l’ordine del giorno targato Bressi sull’invecchiamento attivo ha conquistato un prossimo presidente nazionale che non transige sulla necessità di tenere l’Arci «ancorata ai problemi della gente, alle cose che nascono dal basso, alla necessità di migliorare gli strumenti e rafforzare il gruppo dirigente». E l’orizzonte è ambizioso: «Avere un circolo Arci in ogni comune italiano».