“La puntuale presa di posizione dei cinque Ordini Professionali dei Medici e Odontoiatri della Calabria sull’infelice accordo, voluto dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, che prevede l’ingresso di circa 500 medici cubani negli ospedali calabresi merita un doveroso ascolto”. Esordisce così la presidente dell’Assemblea regionale del Pd e candidata al collegio Catanzaro alla Camera dei deputati Giusy Iemma.
Occhiuto, tra le cause che lo avrebbero portato ad assumere questa decisione, ha citato il concorso dell’ASP di Reggio Calabria per 8 posti a tempo indeterminato in “Medicina chirurgia accettazione emergenza”, sostenendo che tutti i candidati non erano in possesso dei requisiti richiesti nel bando. Sarebbe interessante, a questo punto, sapere se i medici cubani, pronti ad arrivare in Calabria, abbiano tutti questi requisiti richiesti dal bando citato da Occhiuto.
“Il pericolo di ‘esercizio abusivo della professione’ – così si sono espressi i presidenti degli Ordini- non può essere certo sottaciuto, così come non si possono ignorare le implicazioni pratiche nel corso di esecuzione dell’accordo. Anche la sola insufficiente conoscenza della lingua italiana, che potrebbe riguardare il personale cubano in arrivo, come si concilia con la necessità di assistere pazienti nell’emergenza urgenza, quando anche un piccolo dettaglio può risultare determinante in termini anamnestici e quindi ai fini della diagnosi e cura? Non vorremmo che questa operazione in termini pratici – incalza Iemma- si risolvesse nei primi mesi in corsi di lingua e di formazione dei medici cubani, pagati dai contribuenti calabresi, senza alcun effettivo sostegno immediato ai colleghi calabresi in trincea, che continuano a lavorare con spirito di abnegazione e grande senso del sacrificio. Basti per tutti ricordare le condizioni in cui versa il settore dell’emergenza- urgenza e le difficoltà quotidiane in cui operano i medici del 118, con un AIR (accordo integrativo regionale) fermo al 2006.
L’impressione è sempre più che il presidente Occhiuto volesse lanciare “un’azione spot” per attrarre l’attenzione mediatica nazionale al fine di nascondere il fatto che i risultati in sanità tardano ad arrivare.
Vista la stima di 28 milioni di euro all’anno di costo per le casse regionali per i medici cubani, è bene ricordare al commissario alla sanità Occhiuto che ci sono 12 milioni di euro, questi non a carico della Regione, che si potrebbero sbloccare con l’approvazione del programma operativo e del nuovo piano di fabbisogno del personale, come prevede il Decreto Calabria.
«In una situazione emergenziale come quella che vive la sanità calabrese – sottolinea Iemma – il presidente della Regione Calabria avrebbe dovuto avviare interlocuzioni permanenti con tutte le componenti politiche, sindacali e soprattutto ordinistiche, al fine di verificare i reali motivi della scarsa adesione ai bandi promossi dalle aziende sanitarie provinciali.
“Personalmente, insieme ai dirigenti del PD in Calabria – conclude Iemma – continuerò a seguire da vicino l’evolversi della vicenda e mi impegnerò per cercare ogni possibile strada percorribile per far sì che quei contratti possano essere offerti ai medici calabresi, pur rispettando e apprezzando la professionalità dei colleghi cubani. La sanità calabrese deve ripartire dalle sue eccellenze sparse in Italia e nel mondo.”