“Scuotendosi di dosso il giogo politico, la società civile si scuote di dosso i lacci che avvincevano il suo spirito egoista” - Karl Marx
HomeCalabriaSanità, Katya Gentile: "L’istituzione dell’AOU di Cosenza è un azzardo incostituzionale"

Sanità, Katya Gentile: “L’istituzione dell’AOU di Cosenza è un azzardo incostituzionale”

“Credo che la proposta di legge con cui si vuole istituire la nuova azienda ospedaliera universitaria di Cosenza sia un azzardo politico, per giunta incostituzionale. È per questo motivo che il mio voto in Consiglio regionale sarà contrario.

Nel sistema sanitario regionale calabrese che si fonda sulla rete hub-spoke, l’azienda ospedaliera di Cosenza rappresenta l’hub più grande della Calabria, con circa 670 mila utenti. Ad oggi i dati sconfortanti, oltre alle infinite liste d’attesa, alla rete dell’emergenza-urgenza che fa ancora acqua da tutte le parti ed ai livelli essenziali di assistenza e prestazioni che raggiungono a fatica e in maniera disomogenea la sufficienza, sono quelli relativi all’emigrazione sanitaria passiva, secondo cui tanti, troppi cosentini sono costretti a rinunciare alle cure o a recarsi fuori dalla Calabria, anche per le patologie più banali. Ció detto, lasciando da parte per il momento ogni considerazione sulla illegittimità o meglio sull’incostituzionalità del progetto di legge, che a mio avviso é indubbia data l’indispensabilità di un dpcm per la costituzione di una nuova azienda ospedaliera universitaria, credo che un’operazione di tale portata presupporrebbe un’attività preparatoria che non si può improvvisare né approssimare. Solitamente l’istituzione di un’azienda ospedaliera universitaria nasce dall’integrazione di due solide realtà sanitarie esistenti, una ospedaliera ed una universitaria. Ci sono diversi esempi in tutta Italia. La forzatura, nel caso che ci riguarda, sarebbe quella di unire l’ospedale civile di Cosenza, nodo focale della rete ospedaliero-sanitaria provinciale con tutti i deficit e i disservizi che persistono, e la neonata facoltà di medicina dell’Unical, tra l’altro innovativa e non tradizionale, alla quale manca persino una scuola di medicina. Ad oggi, quindi, non ci sono i requisiti essenziali alla realizzazione di questo sogno.

Come dire che due zoppi, anche se li metti assieme, non potranno mai correre. A chi subisce la fascinazione del “policlinico universitario” vale la pena ricordare che l’altisonante locuzione non è garanzia di una migliore organizzazione e assistenza sanitaria di cui avrebbe tanto bisogno la Calabria. L’Università della Calabria, infatti, è riuscita ad assumere a tempo determinato pochissimi professori di rilievo internazionale ed ha cooptato come docenti alcuni degli attuali primari dell’ospedale che, per dedicarsi all’insegnamento, inevitabilmente sottraggono del tempo alla loro occupazione primaria. Dunque sono le risorse ospedaliere a rappresentare un valore aggiunto per l’Università e non il contrario. Sforzi ammirevoli per la facoltà di medicina, che però non bastano a sostenere una nuova azienda ospedaliera universitaria. D’altra parte non può passare inosservata l’indagine in cui sono coinvolti alcuni professori universitari che, pur non avendo i requisiti per diventare primari, sono stati assunti in ospedale senza passare per un concorso pubblico, in virtù di un accordo firmato da Regione, Unical e Ao. Al di là dell’indagine giudiziaria, tali dissennate politiche di reclutamento in ambito sanitario, oltre ad eludere le procedure concorsuali, si riflettono inevitabilmente sul livello qualitativo della classe dirigente medica e di conseguenza delle prestazioni ospedaliere a cui tutti potremmo doverci sottoporre.

Concludendo, in una regione commissariata da quasi vent’anni, che purtroppo ancora stenta a mantenere gli standard minimi di adeguatezza e di accesso alle cure, quella che ai miei occhi appare come un’improvvida scorciatoia utile a pochi potrebbe distruggere definitivamente anche quel poco di buono che il personale medico-sanitario, con grande sacrificio, continua a mantenere in piedi da anni”.

Così Katya Gentile, presidente VI Commissione Consiliare del Consiglio regionale della Calabria.

Articoli Correlati