La Chiesa Cattolica piange la scomparsa di Papa Francesco. La notizia è stata resa pubblica da Sua Eminenza il Cardinale Farrell, che con voce commossa ha dato l’annuncio ufficiale: “Carissimi fratelli e sorelle, è con grande dolore che vi comunico la morte del nostro Santo Padre Francesco. Questa mattina, alle ore 7:35, il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre.”
Papa Francesco, figura amatissima e guida spirituale per milioni di fedeli in tutto il mondo, ha dedicato ogni giorno della sua vita al servizio di Dio e della Chiesa. La sua testimonianza è stata improntata alla coerenza evangelica, al coraggio delle scelte e a un amore senza confini, rivolto in particolare verso i più deboli e gli emarginati della società.
“Con immensa gratitudine – ha aggiunto il Cardinale Farrell – affidiamo la sua anima all’infinita misericordia del Dio Uno e Trino, ringraziando per il dono di un autentico discepolo di Cristo, che ha saputo indicare al mondo la via del Vangelo.”
Tra le azioni più strettamente legate alla Calabria, il suo viaggio nella Sibaritide, quando, di fatto, scomunicò la ‘ndrangheta. Era il 2014.
Nel corso della sua visita pastorale a Cassano allo Jonio, in Calabria, Papa Francesco aveva lanciato un durissimo monito contro le mafie, denunciando apertamente la ‘ndrangheta e il suo legame profondo con l’adorazione del denaro e del potere, in contrapposizione ai valori evangelici.
“Questo male va combattuto e respinto con fermezza”, dichiarò il Pontefice, sottolineando che l’origine della mafia si annida nella sostituzione dell’amore per Dio con la devozione agli idoli terreni, come il denaro. “Quando si smette di adorare il Signore – spiegò – si finisce per servire il male, come fanno coloro che vivono nel crimine e nella violenza”.
In Calabria, una regione che il Papa ha definito “tanto bella”, sono visibili – disse– i tragici effetti di questo peccato: un sistema sociale e culturale ferito dall’idolatria del potere, della vanità e della sopraffazione. Di fronte a questo scenario, il Papa ha ribadito con forza l’impegno della Chiesa a contrastare le logiche mafiose: “La Chiesa deve farsi sempre più presente, per far prevalere il bene. È un dovere morale. Ce lo chiedono i giovani, i ragazzi che cercano speranza”.
Il Pontefice aveva parlato con parole chiare e inequivocabili: “I mafiosi non sono in comunione con Dio. Sono scomunicati”. Un’affermazione potente, che rinnova la condanna assoluta della criminalità organizzata e la volontà della Chiesa di essere accanto a chi soffre e combatte per un futuro di giustizia e legalità.
Infine, aveva invitato i fedeli a riscoprire il valore della solidarietà concreta, soprattutto verso chi è più vulnerabile, e a riconoscere i tanti germogli di speranza che già fioriscono nelle famiglie, nelle comunità parrocchiali e nei movimenti ecclesiali. “Il Signore – aveva concluso Papa Francesco – continua a ispirare gesti di amore e di carità nel suo popolo in cammino”.
Il mondo intero si unisce al lutto della comunità cristiana, ricordando Papa Francesco come un pontefice che ha segnato profondamente il nostro tempo, con la forza dell’umiltà e la radicalità dell’amore.