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Sanità, Ciaccio: “Siamo alla farsa, Occhiuto diventa commissario di se stesso”

“Se in politica il pudore fosse un valore, il Governatore della Calabria, Roberto  Occhiuto dovrebbe dimettersi, seduta stante, dalla carica di commissario ad acta della sanità, Infatti, costui, venerdì scorso, è stato, impietosamente, sbertucciato, dal suo stesso fuoco amico, allorchè il Consiglio dei Ministri, presieduto da Giorgia Meloni, all’unanimità, ha dichiarato lo stato di emergenza per il sistema ospedaliero della Calabria. Questa dichiarazione, al di là delle buffe pezze a colori, da una parte ha, clamorosamente, sbugiardato le menzognere rassicurazioni del governatore, e, dall’altra parte,  ha certificato,   brutalmente, il disastroso fallimento del Commissario ad acta della sanità calabrese, alias Roberto Occhiuto, il quale, tra le funzioni commissariali assegnategli, aveva, proprio e specificatamente, la realizzazione dei nuovi ospedali. Insomma, il governo nazionale ha decretato, qui in Calabria,  sul terreno del governo della sanità, la patetica disfatta della gestione commissariale.  Sennonchè, adesso , si è toccato il ridicolo, allorchè il capo del dipartimento  della protezione civile, sulla scorta della dichiarazione dello stato di emergenza,  ha nominato commissario delegato lo stesso Occhiuto. Siamo alla farsa: dicevano, Occhiuto in primis,  che eravamo alla viglia dell’uscita dal Commissariamento e invece si raddoppia il Commissariamento. Siamo alla farsa: un Commissario, Occhiuto,  dichiarato fallito viene nominato Commissario di sé stesso. Siamo alla farsa: Occhiuto è, insieme, controllore e controllato. E, tuttavia si tratta di una farsa assai inquietante. E si, perché Occhiuto, nella sua qualità di commissario delegato, disporrà di un budget pari a circa un miliardo e mezzo e di euro. Non si scherza: un miliardo e mezzo di euro.  Un oceano di denaro che il commissario delegato potrà gestire, sostanzialmente, da padrone assoluto, assistito da un sistema di deroghe, che potenzialmente, alimenta famelici appetiti speculativi. Ogni qualvolta i meccanismi dei pesi  e dei contrappesi si affievoliscono, lasciando il passo a poteri straordinari,  inesorabilmente, lievitano torbide tentazioni clientelari E, allora,  mala tempora currunt.  Avere nominato il commissario ad acta, fra l’altro bollato come inetto e incapace, anche come commissario delegato, è un atto politico che manifesta  una concezione delle istituzioni  feudataria e padronale, che deve seriamente allarmare e che impone a noi, autentici democratici, di stare, più che mai, in allerta”.

Così, in una nota, Giuseppe Ciacco, consigliere comunale e provinciale di Cosenza.

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