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Siccità, Cia Calabria Sud: “Allarme rosso per i territori di Reggio Calabria e Vibo Valentia”

“Il comparto agricolo dei territori di Reggio Calabria e Vibo Valentia sta attraversando un periodo complicato, dovuto agli andamenti delle precipitazioni degli ultimi mesi che mostrano un trend preoccupante, che mette in risalto uno stress idrico del territorio senza precedenti.

La Calabria occupa, insieme a Basilicata, Sicilia e Puglia, il primo posto della classifica delle regioni sottoposte ad un elevato tasso di stress idrico, analizzando il rapporto tra prelievi idrici totali e disponibilità di acqua superficiale e sotterranea. Le sorgenti Idriche sono in calo del 50% e gli invasi sono pochi e obsoleti. È mancata negli anni un’attenzione alla loro manutenzione nonché alla progettazione di nuovi invasi e dighe per la raccolta delle acque destinate all’agricoltura.

Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il settore produttivo primario, in particolare la fascia ionica reggina appare quella più in difficoltà. Le coltivazioni della vite di Bivongi, Palizzi, Pellaro, la produzione bergamotticola hanno avuto un crollo importante rispetto agli scorsi anni mettendo in pericolo la tenuta economica e sociale del tessuto produttivo e delle aziende stesse.

Le produzioni di olio d’oliva e le orticole si sono ridimensionate in maniera trasversale sia sulla fascia ionica che su quella tirrenica del Reggino che sui territori del Vibonese.

Di rilievo, nei territori della provincia di Vibo Valentia è la forte diminuzione delle rese delle coltivazioni foraggere, principale fonte di sostentamento per gli animali da allevamento, da cui consegue una riduzione delle produzioni lattiero-casearie di alta qualità tipiche del Monto Poro.

I dati emersi dal bollettino Siccità dell’Ispra diffuso a febbraio 2024 indicano lo SPI a 12 mesi negativo in un range compreso tra -1,5 e -1,0 per tutta la Sicilia e una porzione meridionale di Calabria.

Il trend, analizzando i dati scientifici, appare in costante e continuo peggioramento. Le precipitazioni diminuiscono in maniera sensibile e gli eventi estremi aumentano in maniera esponenziale. La Calabria è ricca di risorse idriche, ma ne sprechiamo tantissime, non le gestiamo in modo razionale.

Servono azioni concrete per affrontare un problema che oramai è diventato strutturale per il nostro territorio:
– Un piano per immagazzinare le acque e utilizzarle nel momento del bisogno, anche attraverso la costruzione di piccoli invasi a basso impatto ambientale.
– Il riciclo delle acque reflue ove possibile attraverso impianti di depurazione che trattino le
acque da poter utilizzare in agricoltura e nella gestione del verde urbano.
– L’utilizzo della tecnologia applicata al settore primario per il risparmio delle acque e l’utilizzo intelligente delle stesse.
– Il censimento di tutte le fonti e gli invasi presenti sul territorio utilizzabili in agricoltura.
Cia Calabria Sud, dopo aver ascoltato il grido di aiuto dei produttori agricoli del Sud della Calabria chiede che si proceda ad attivare lo stato di calamità naturale cosi come è già stato fatto dalla Regione Sicilia con numeri analoghi ai nostri, dove lo stato di calamità è stato già dichiarato così come ha già fatto il Governo Nazionale, affinchè le aziende possano avere un ristoro immediato, che non sia fine a se stesso ma dia il via ad una nuova e attenta progettazione e gestione delle risorse idriche Calabresi”.

E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Cia Calabria Sud.

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