Presentazione del libro
La biografia di nessuno
ovvero Noi morti
di Giuseppe Fantino
a cura di Fortunato Mannino
Città del Sole Edizioni
Interventi:
Fortunato Mannino – Curatore del volume
Antonella Cuzzocrea – Città del Sole Edizioni
Domenico Calabria – Presidente del Caffè Letterario Mario La Cava
«Quando gli uomini uccisero i primi uccelli» scrive Fantino nel capitolo “La professione di martire” «ignoravano la bontà della loro carne. Li uccisero perché la possibilità di volo suscitava la loro invidia».
Questa breve riflessione impianta una lucida base sulla quale innalzare un monumento alla stupidità umana, incapace di cogliere la logica che anima i veri intellettuali, come Fantino, i cui scritti non vanno “determinati” da un articolo partitivo, ma letti in una chiave universale, che consente di ampliare ulteriormente lo scenario della crisi novecentesca non ancora superata, nonostante Nietzsche la abbia annunciata già nell’Ottocento.
Il lavoro di Fortunato Mannino conforta gli intellettuali e gli studiosi che vogliono aprire la gabbia in cui la Calabria è stata costretta negli ultimi cinquant’anni, da chi non ha saputo vedere il valore e la portata di certa letteratura e di certa riflessione.
La paranoia di Fantino è una sindrome europea, un male descritto da Freud, come frutto di uno scontro non nichilistico, ma fruttuoso, perché “le nevrosi scaturiscono fondamentalmente da un conflitto tra l’Io e la pulsione sessuale, e le forme che esse assumono serbano l’impronta dell’evoluzione seguita e dalla libido e dall’Io”.
Dalla prefazione di Francesco Idotta
GIUSEPPE FANTINO
Giuseppe Fantino, è stato novelliere, romanziere, critico letterario e drammaturgo, ma i suoi scritti sono stati ignorati o peggio snobbati dalla critica ufficiale, nonostante i numerosi encomi e premi letterari ricevuti in vita. Finalmente la sua figura umana e letteraria è adesso presentata grazie all’analisi dei suoi scritti, dei suoi diari e dei suoi appunti finora trascurati.
Nasce a Melicuccà (RC) nel 1908 in una famiglia onesta e laboriosa che asseconda le attitudini culturali del figlio tanto da mandarlo a studiare anche a Roma presso il prestigioso Liceo Classico “Mamiani”. Il turbolento percorso scolastico si conclude, comunque, presso il Liceo Classico Tommaso Campanella di Reggio Calabria. Nel 1933 consegue la laurea in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Catania. Inizia l’at¬tività d’insegnante e si trasferisce prima in Libia e poi in varie città italiane. Alla fine del secondo conflitto è epurato e si sposta a Napoli, dove la sua salute fisica e mentale già cagionevole subirà un tracollo. Riportato a Melicuccà viene ricoverato presso il manicomio di Reggio Calabria dove trascorre quasi ininterrottamente gli anni che vanno dal 1950 al 1957.
Gli anni successivi, con una salute irrimediabilmente minata, riprende la sua attività d’insegnante ramingo per la penisola. Sono anni prolifici dal punto di vista letterario ma anche anni di frustrante solitudine. Unico conforto la lettura, la scrittura e l’affetto dei fratelli e dei nipoti. Si spegne il 20 febbraio del 1975 a Melicuccà.
“La biografia di Nessuno” – col sottotitolo Noi morti che avrebbe voluto fortemente, ma che gli fu rimosso, – viene riproposta per la prima volta dopo più di cinquant’anni in un’edizione riveduta e corretta.
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Caffè Letterario Mario La Cava
Sabato 9 marzo 2024
ore 18,00
Corso Umberto I, 114
Bovalino (RC)