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Palmi, Nicola Piovani con la sua orchestra incanta il teatro Manfroce con le sue “Note a Margine

L’associazione Amici della Musica regala al pubblico una delle serate più emozionanti  della rassegna Synergia 48. Un concerto sold out terminato con una standing ovation

«Quando si apre o si riapre un teatro è una festa nella stessa misura in cui quando si chiude è in lutto per il Paese. In Italia ci sono teatri che sono stato chiusi e che restano scelleratamente chiusi. Mi riferisco in particolare a Roma dove vivo. Quindi venire in un teatro riaperto, qui a Palmi, è davvero una gioia».

Il maestro Nicola Piovani, premio Oscar per la miglior colonna sonora de La Vita è Bella di Roberto Benigni nel 1999, ha commentato così la recente riapertura del teatro Manfroce di Palmi, edificato dall’”imprenditore illuminato”, Rocco Sciarrone nel 1955. Qui si è esibito in occasione della nuova tappa del concerto “Note a Margine”, introdotto dal giornalista e scrittore Arcangelo Badolati e terminato come da aspettative con una standing ovation.

«Un altro appuntamento in Calabria dove per me l’attività di musicista esecutore di musiche teatrali è cominciata proprio nel lontano 1989. Su invito di Paolo Damiani suonai a Roccella Ionica. La Calabria è una terra meravigliosa che avrebbe bisogno di molta più attenzione», ha sottolineato il maestro.

Un evento da sold out, promosso nell’ambito della rassegna Synergia 48 organizzata dall’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria. Il concerto è stato promosso in collaborazione con Ama Calabria.

«Già il titolo Note a Margine suggerisce il senso del concerto. Posti in un ordine casuale, senza un filo tematico, note, parole, divagazioni e curiosità racconteranno come sono nate le musiche che suoniamo. Come note sparse sul foglio, per nulla esaustive ma tracce di un racconto, aneddoti. Insieme a tre strepitosi musicisti, Marco Loddo, Marina Cesari e Vittorino Naso, diamo un senso teatrale a queste citazioni musicali», ha spiegato il maestro Nicola Piovani la cui carriera è stata scandita dal premio Oscar ma anche da una ricca produzione per il teatro e i concerti. Il fil rouge è stato sempre la musica.

 

 

 

«Non so rispondere alla domanda su cosa la musica rappresenti per me. Posso solo dire che essa viaggia insieme a me tutti i giorni, come la parola. Suonare e ascoltare musica sono atti per me essenziali», Così il maestro, premio Oscar, Nicola Piovani.

In più momenti dello spettacolo, il maestro, Nicola Piovani, pianista e compositore, si è intrattenuto con il pubblico con leggerezza e ironia.

Dal cinema al teatro passando per alcune composizioni da concerto. Queste le tappe di un crescendo di emozioni e in un intreccio di riflessioni sui musicisti che hanno suonato per una vita intera nell’oscurità, senza avere mai un’occasione, e su coloro che lo hanno fatto nella fossa dell’orchestra quando il cinema era muto. Poi ancora un accento sulla straordinaria attualità del mito greco.

Tutto inizia con la storia della Resistenza e con l’importanza della Memoria intonando la colonna sonora de
La notte di San Lorenzo (regia di Paolo e Vittorio Taviani 1982). Poi Caro Diario (Nanni Moretti 1993), La voce della Luna (Federico Fellini 1990), Prosciutto prosciutto (Jamon Jamon di Bigas Luna 1992) e La Vita è Bella (Roberto Benigni 1997), film vincitore di tre Premi Oscar. Con la migliore colonna sonora, anche miglior film straniero, miglior attore protagonista.

Non solo cinema ma anche teatro, con la musica per la trasposizione del romanzo d’esordio di Vincenzo Cerami Un borghese piccolo piccolo (1976) e il Tango della Cimice ispirata alla pièce teatrale di Vladimir Majakovskij. Spazio anche per la composizione con Il Pianino Delle Meraviglie, La melodia sospesa e per un tuffo nella mitologia e nella tragedia greca con Il volo di Icaro, Partenope e Sette contro Tebe.
Immancabile l’omaggio a De Andrè con Il Suonatore Jones arrangiato per l’album Non al denaro non all’amore né al cielo (1971). In chiusura ancora la memoria, anche se più recente, con la trilogia della plastica, scritta per musicare uno spot in tempo di Covid.

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