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Agricoltura, Risso (Terra Viva) al Congresso Effat: “Serve un patto rurale europeo in cui agricoltura, ambiente e giustizia sociale vadano di pari passo”

“L’Europa si trova a un bivio cruciale, parliamo di giustizia per i lavoratori, ma non possiamo affrontare questa sfida senza considerare tre questioni centrali e interconnesse: riconoscere l’agricoltura come bene pubblico, la lotta ai cambiamenti climatici, la rigenerazione delle aree rurali e interne”.

Lo ha detto il Presidente nazionale di Terra Viva, Claudio Risso, intervenendo oggi a Valencia al Congresso dell’Effat, federazione dei sindacati europei del settore agroalimentare e turistico.

“Alle istituzioni europee – ha detto Risso – chiediamo che riconoscano l’agricoltura come un bene pubblico, investano sul settore agricolo, rafforzino i fondi per le aree rurali, con un occhio più attento ai diritti dei lavoratori, e promuovano un patto rurale europeo in cui agricoltura, ambiente e giustizia sociale vadano di pari passo”.

“Il cambiamento climatico – ha aggiunto Risso commentando uno dei temi centrali del Congresso – non è solo una crisi ambientale, ma una minaccia diretta per milioni di lavoratori e produttori agricoli, le loro famiglie, le comunità rurali che essendo spesso già marginalizzate, rischiano di essere ulteriormente impoverite. La giustizia climatica è giustizia sociale: non possiamo lasciare indietro nessuno, né i lavoratori né le comunità che dipendono dalla terra”.

“Dobbiamo favorire l’incontro tra produttori e consumatori in un’ottica di filiera corta secondo il concetto di cibo buono, giusto, equo, e sostenere pratiche agricole rigenerative che proteggano i suoli, la biodiversità, la qualità dei prodotti. Deve essere chiaro che non esiste un’Europa giusta senza una campagna viva e non può esistere una transizione ecologica senza chi lavora la terra, perché gli agricoltori sono il primo presidio della cura del territorio”.

“I nostri agricoltori – ha concluso il leader dei produttori agricoli della Cisl – amano la concretezza che gli deriva dal rapporto con la terra, sono prudenti perché conoscono la fatica, sono inclusivi perché sanno fare comunità: ci chiedono dunque impegno e linguaggio di verità, rifiutando ogni forma di populismo ed estremismo, indipendentemente dai colori politici”.

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