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Vendita alcol ai minori a Vibo, Franzè: “Urge tavolo tecnico tra forza dell’ordine, intensificare i controlli”

Convocazione di un tavolo tecnico fra tutte le forze dell’ordine operanti a Vibo Valentia per procedere ad un’attività di prevenzione e di controllo sulla somministrazione e vendita di alcol ai minori.

La proposta arriva dalla consigliera comunale del gruppo di minoranza Coraggio Italia Katia Franzè che decide di riaccendere i riflettori sulla questione dopo averla già discussa nella scorsa primavera in seno alla IV Commissione Consiliare.

«In Italia – sottolinea la Franzè – ed è bene ricordarlo, esistono leggi che impediscono la vendita di alcol ai minori. Purtroppo, la realtà dei fatti in termini di controllo si pone totalmente in antitesi con quanto disposto dal legislatore. Per rendersene conto basta fare una passeggiata il fine settimana e ci si rende conto esattamente di cosa si stia parlando».

La Franzè insiste: «E’ assolutamente necessario, previa istituzione di un tavolo tecnico tra tutte le forze dell’ordine, procedere ad una capillare e puntigliosa campagna preventiva e di ispezione che si concentri in determinate zone del nostro centro vibonese.
Giova, infatti, ricordare, che la vendita di alcolici ai minorenni in Italia è vietata. In
particolare, come dispone l’articolo 689 del Codice Penale, costituisce reato nel caso in cui la vendita avvenga ai minori di 16 anni, mentre è punito con sanzione pecuniaria in caso di vendita ai minori compresi tra 16 e 18».

Franzè, inoltre, ritiene che i controlli debbano essere intensificati su particolare Corso Umberto e Corso Vittorio Emanuele, «nel fine settimana – annota – frequentati da molti bambini e adolescenti che animano le serate del nostro centro storico».

Non solo. A detta della Franzè la stessa premura deve essere rivolta ai distributori automatici e alle relative modalità di vendita di sostanze alcoliche, nonché alle prescrizioni che ovviamente riguardano i supermercati sempre per la vendita di alcol.

«I gestori dei locali – rammenta ancora la consigliera – sono obbligati a sincerarsi dell’età effettiva della persona che sta ordinando dell’alcol in quanto la legge stabilisce pene severe in casi come questo, nel quale è proprio il titolare del locale a dover rispondere delle conseguenze, a prescindere dal fatto che poi nel concreto l’alcol sia stato somministrato o venduto da qualcun altro».

Nel ribadire la proposta di convocazione di un tavolo tecnico tra forze dell’ordine, conclude: «Ai minori neanche un goccio».

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