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Klaus Davi: “Fondazione Alvaro sciolta per motivi politici”

«Lo scioglimento della Fondazione Alvaro è una scelta puramente politica che con il ripristino della legalità non ha nulla a che vedere. Prova ne è che di fronte a episodi di infiltrazione ben più gravi lo stesso Ministero degli Interni ha dimostrato infinita materna magnanimità e umana comprensione. Una arbitrarietà talmente conclamata che è stata oggetto di un duro confronto in sede del Consiglio dei Ministri lo scorso febbraio fra il ministro Lollobrigida e il Ministro Piantedosi, così acceso che è dovuta intervenire la presidente Meloni per sedarlo». Lo afferma il giornalista Klaus Davi, che continua: «Nel caso di San Luca, il Viminale ripristina tutto il suo moralismo: davvero facile esercitarlo con una comunità di 5.000 anime, richiede molto più coraggio adottare gli stessi criteri con i comuni “potenti” come Bari, Reggio Calabria e la intoccabile Milano. Aggiungo che l’inefficacia di tali strumenti è già stata stigmatizzata dalla Commissione parlamentare Antimafia che nella “Relazione sulle risultanze della missione svolta a San Luca il 19 e il 20 giugno 2024”, approvata all’unanimità il 26 febbraio, relatrice la presidente Chiara Colosimo, definisce, senza tanti giri di parole, “fallimentare” la gestione commissariale del caso San Luca, dando vita a uno scontro istituzionale senza precedenti. Tanta è la sfiducia verso questi provvedimenti, che la Commissione ha lanciato l’ipotesi di candidare suoi componenti per consentire le elezioni a San Luca. Tradotto giornalisticamente: lo Stato ha sconfessato lo Stato. Al netto di questo due considerazioni su San Luca “commissariata”, sappia il Ministro Piantedosi – prosegue Klaus Davi – che in un comune tra i più poveri d’Italia si aspetta ancora che vengano ristrutturati un bagno per disabili e alcune porte antipanico non a norma, che al momento impediscono l’accesso ai tifosi. Trattasi dello stesso campo da calcio in cui il 21 aprile 2017 i più autorevoli magistrati calabresi hanno potuto disputare una meritoria partita di calcio contro la Nazionale cantanti: in quell’occasione fu inaugurato proprio il nuovo campo da calcio nel paesino della Locride, alla presenza di tv e media nazionali, e si sanciva un finanziamento erogato dal Ministero delle Pari Opportunità e dall’allora Presidenza del Consiglio per il progetto “Olimpiadi della Legalità” mirato all’educazione giovanile improntata a legalità, tutela della salute, educazione sportiva, etica, consumo consapevole. Non solo: lo Stato fa pagare crudelmente a 300 bambini di San Luca, in una logica pedagogica che mi sfugge, non so quale colpa, visto che ai pulcini viene impedito di disputare le partite e accedere ai campetti d’allenamento inaugurati proprio quel fatidico 21 aprile 2017. Chiudo con una considerazione più politica. Tra pochi mesi si aprirà la campagna referendaria sulla separazione delle carriere e la riforma della Giustizia. L’ottimo neo-presidente dell’Anm Cesare Parodi ha anticipato una campagna capillare sui territori per difendere le ragioni del no alla separazione delle carriere. Il Sud sarà come sempre decisivo per l’esito del referendum, basta studiare un qualsiasi studio dei flussi elettorali, e sono certo che l’Anm lo farà. Sarà davvero arduo chiedere il consenso dei cittadini dopo che le stesse istituzioni ne hanno stigmatizzato interi territori come “mafiosi” in nome di una norma che non funziona e che è stata criticata pubblicamente anche da molti importanti giuristi. Nell’era dei social e della comunicazione istantanea, dare messaggi così sommari penalizza anche le cause più giuste e sacrosante come quelle sostenute dai magistrati in prima linea perché poi l’elettore non distingue, come si è toccato con mano con le recenti sentenze sull’immigrazione», conclude Klaus Davi.

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