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Dal nuovo aeroporto del ‘Mediterraneo’ alla governance dello Stretto, M5S e Città metropolitana vogliono archiviare l’era Sacal: “Fa solo gli interessi di Lamezia e Catanzaro”

di Walter AlberioUn nuovo, un altro aeroporto a Reggio Calabria. È la proposta del Movimento Cinque Stelle, rilanciata questa mattina nel corso di una conferenza stampa da Riccardo Tucci, deputato pentastellato, nei locali di un hotel del centro cittadino. Una idea già presente nel programma elettorale del partito guidato da Giuseppe Conte e che, lo scorso 7 giugno, è stata messa nero su bianco in una interrogazione, rivolta ai ministri del Governo Meloni, dallo stesso parlamentare calabrese e dalla collega messinese Angela Raffa.

A guardare con interesse all’azione dei cinquestelle, questa volta, ci sono anche il Comune e la Città metropolitana di Reggio Calabria, attualmente guidate dai sindaci facente funzione Paolo Brunetti e Carmelo Versace, in rotta con la Regione e la Sacal sulla gestione dell’aeroporto.

L’insuccesso dei bandi per l’attivazione di nuovi collegamenti con Venezia, Torino e Bologna, nonché il potenziamento dell’offerta Ryanair a Lamezia, hanno gettato ulteriori ombre sul futuro del “Tito Minniti”, riaccendendo il dibattito pubblico sull’infrastruttura le cui sorti rimangono sospese, mentre i dati sul traffico passeggeri crollano. I cinquestelle reputano “fallimentare” l’era Sacal, imputando alla società “una notevole diminuzione del traffico passeggeri (dai 700.00 pax/anno del precedente gestore Sogas agli attuali 120.000 pax/anno) con conseguente disagio per l’utenza e la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali insistenti all’interno di uno scalo declassato ad Aeroporto cittadino”.

Ecco quindi che riprende quota tra i pentastellati l’idea dell’“aeroporto del Mediterraneo”. Tucci e Raffa chiedono ai ministri di valutare la costituzione di un “tavolo interistituzionale volto alla verifica della fattibilità in ordine alla costruzione, sempre nella città di Reggio Calabria, di un nuovo, ecosostenibile ed intermodale aeroporto del Mediterraneo a natura interregionale corredato – si legge nel documento – da un sistema di bigliettazione integrata per le aree metropolitane di Reggio Calabria e Messina”. E, accanto alla nuova infrastruttura, un’altra governance “attraverso una subconcessione quinquennale da parte di Sacal alle istituzioni locali reggine e messinesi”.

Tra la questione dei limiti operativi e i finanziamenti annunciati e finora rimasti sulla carta, per Tucci la via d’uscita è rappresentata dalla costruzione di una infrastruttura nuova di zecca: “Si stanno investendo su questo aeroporto 60 milioni di euro per una semplice imbiancata: la pavimentazione della pista, che è una delle cose buone esistenti”, ha spiegato il deputato. “Noi proponiamo la costruzione di un nuovo aeroporto a 30 milioni di euro. Il ‘Tito Minniti’, anche con questa ristrutturazione, non avrà le caratteristiche strutturali per diventare scalo strategico nazionale. Perché investire su qualcosa di vecchio che non cambierà la situazione?”.

Più prudente il sindaco ff metropolitano sulla costruzione di un nuovo scalo. “Non so se può essere una soluzione. La paura è che se chiudiamo anche un solo giorno il “Tito Minniti”, non avremo più un aeroporto“, afferma Versace, ritenendo più percorribile la strada della sulla sub concessione: “Qui possiamo giocarci la partita insieme. Ma discuteremo anche di questa nuova idea”.

Nel corso dell’intervento, Versace ripercorre il difficile rapporto tra il ‘suo’ ente e la società di gestione degli aeroporti calabresi: “Abbiamo certificato la volontà di acquistare quote in Sacal. Ci è stato risposto picche. Abbiamo fatto un accesso agli atti Enac per provare a chiedere quale era lo stato dell’arte per capire se potevano essere rimosse le limitazioni. Ci è stato risposto picche. Abbiamo atteso, perché è giusto il rispetto tra istituzioni. Dei dodici progetti che sono stati emendati e annunciati non ne abbiamo visto l’inizio, nemmeno a livello autorizzativo. Non vogliamo instaurare un conflitto bellico con la Regione, ma siamo stanchi di aspettare. Dai 600mila passeggeri di Sogas (ex società di gestione dell’Aeroporto dello Stretto, ndr) siamo passati ai 200mila di Sacal. Due milioni di euro all’anno perdeva Sogas, due milioni di euro perde oggi Sacal”, aggiunge il sindaco metropolitano. “Ora mi auguro che la città abbiamo un moto d’orgoglio e scenda in piazza per evitare la chiusura del nostro aeroporto”. 

Lo stesso moto d’orgoglio che vorrebbe vedere il sindaco ff Brunetti: “L’ho detto in Consiglio comunale: c’è la volontà politica di affossare l’aeroporto di Reggio a vantaggio di Lamezia. Se non ci uniamo tutti, l’aeroporto di Reggio non volerà mai. La città ha una sorta di assuefazione a queste situazioni, non ci si ribella più ai continui scippi. Se l’obiettivo della politica nazionale o regionale è quello di chiudere il ‘Tito Minniti’, lo vengano a dire alla città. Probabilmente anche noi abbiamo commesso degli errori, in cima metto quello di aver dato fiducia a figure politiche che avevano garantito il rilancio dello scalo reggino”.

La volontà di archiviare l’era Sacal in riva allo Stretto è quindi unanime. “Chi è che tutela Reggio Calabria se nella governance la città non c’è?”, dichiara Tucci. “Da qui nasce l’idea della sub concessione, coinvolgendo anche Messina. Dobbiamo avere l’intelligenza di attingere da altri bacini e – spiega il deputato M5S – i peloritani scalpitano per avere un aeroporto più vicino”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, l’attivista cinquestelle Fabio Foti: “Gli aeroporti sono governati dagli attori del territorio in Italia. Chi comanda in Calabria e in Sacal? I Comuni e gli enti di Catanzaro e Lamezia. Ecco perché il vero acronomico di Sacal dovrebbe essere ‘Società Aeroporto di Catanzaro e Lamezia’“. Tuttavia, Foti non vuole rinunciare all’ambizioso progetto di un nuovo aeroporto a Reggio Calabria e rilancia: “Si costruirebbe senza intaccare l’operatività del Tito Minniti che comunque ha molti problemi dal punto di vista della vulnerabilità sismica”.

Nell’interrogazione del Movimento rientra anche la zona Zes della città metropolitana di Reggio Calabria. Nel documento si chiede perché non sia stata individuata “anche la più logica zona industriale di San Gregorio-Pellaro San Leo al fine di sviluppare aree innovative per la produzione di velivoli ultraleggeri e droni di nuova generazione, oltre che incubatori d’impresa per attività turistiche, aeronautiche, tecnologiche e diportistiche, in luogo dell’attuale perimetrazione”.

“Non ci limiteremo all’interrogazione. Andremo avanti su questa battaglia”, assicura Tucci.

Il messaggio che arriva da Reggio Calabria è dunque chiaro: chiudere, in un modo o nell’altro, con la governance Sacal. 

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