“Apprezziamo che il Governo abbia voluto offrire degli incentivi a chi decide di investire e creare lavoro al Sud, ma come Cna non possiamo non evidenziare che per permettere al sistema delle piccole e medie imprese di potersi sostenere e di essere attrattivo ci sia bisogno di un intervento sistemico e strutturale che parta da un adeguato regime di investimenti costruito ad hoc, tenendo conto delle specificità di quello che costituisce il tessuto connettivo economico del Paese”.
Il presidente di Cna Calabria Giovanni Cugliari commenta così la manovra finanziaria del governo rivendicando una maggiore rilevanza del Mezzogiorno nell’agenda politica e facendo notare che “ci sono da recuperare quaranta anni di ritardi, di risposte tardive o parziali che non hanno permesso di sanare quei gap che il Sud si trascina da anni”.
“In particolare – prosegue – ci aspettiamo una maggiore attenzione alle infrastrutture del Mezzogiorno senza le quali la crescita delle imprese è decisamente ostacolata. Rimane per noi imprescindibile poi un’adeguata politica di accesso al capitale: la disponibilità di finanziamenti e investimenti è essenziale per lo sviluppo delle imprese, la loro assenza taglia le gambe allo zoccolo duro dell’economia nostrana, con conseguenze importanti non solo per gli imprenditori ma per lo stesso sistema Paese”.
“Elementi – fa notare Cugliari – che ledono anche la competitività delle imprese del Sud che pagano così lo scotto di essere meno appetibili rispetto a quelle insediate in altre regioni e che si vanno a sommare ad una burocrazia corposa e difficilmente agibile che rallenta i processi e allunga i tempi. Maggiori investimenti sarebbero da destinare anche a formazione e istruzione favorendo i percorsi professionali e allo stesso tempo costruendo programmi che consentano di accorciare l’attuale distanza con il mondo produttivo regionale”.
“Del governo – conclude il presidente di Cna Calabria – apprezziamo gli sforzi ma auspichiamo che aumenti l’attenzione per il Sud con misure strutturali che vadano a limare quei fattori ormai endemici che ne limitano la capacità di crescita e di concorrenza”.