Il prossimo 25 Agosto sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “L’alter ego di Indiana Jones e l’esploratore Giovanni Miani”.
La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino,vedrà come gradita ospite la ricercatrice toscana Elena Pierotti. Giovanni Miani nacque a Rovigo il 17 marzo 1810 da padre ignoto e da Maddalena Miani, servente, sorella di Giovanni, un architetto dell’Arsenale di Venezia, e di Guglielmo, padre di Antonio, che comandò la prima conquista italiana del Fezzan nel 1913. Affidato alle cure di alcuni parenti della madre, che si era trasferita a Venezia al servizio del nobile P.A. Bragadin, trascorse i primi anni mal sopportato dalla famiglia che lo aveva accolto, cercando di imparare l’arte dell’intaglio in legno, prima di potersi ricongiungere nel 1824 con la madre.
Nel 1848 Giovanni Miani, che la polizia austriaca già nel 1841 aveva incluso nell’elenco dei «sorvegliati e sospetti» per le sue posizioni e le frequentazioni politiche, alla notizia della rivoluzione si spostò a Roma da dove poi raggiunse nel Veneto la divisione pontificia del generale A. Ferrari, formata prevalentemente da volontari. Giovanni Miani fu assegnato all’artiglieria terrestre come primo cannoniere col grado di sergente maggiore. Partecipò così alla difesa di Marghera e del forte di San Secondo; ma nell’aprile 1849, denunciato al Dipartimento della guerra per aver aderito alla congiura contro il generale Paulucci, incolpato di aver difeso troppo debolmente il forte, fu tradotto nelle carceri di Rialto, radiato dai ruoli e obbligato a imbarcarsi per Ravenna. Dopo avere inutilmente cercato da Ancona di ottenere da Daniele Manin di essere reintegrato nel corpo degli artiglieri, si trasferì a Malta. Nel 1859 Giovanni Miani intraprese un viaggio in Africa, partendo il 10 maggio dal Cairo su due imbarcazioni: lo accompagnavano Poussel, un capitano di marina incaricato di effettuare le ricerche astronomiche, un fotografo, un pittore e un traduttore arabo-francese. La spedizione risalì il Nilo fino ad Assuan, superò la cateratta per via di terra, riprese la navigazione fino a WādīḤalfa e dal 9 giugno attraversò il deserto su cammelli e dromedari fino a Dongola. Ripresa la navigazione sul Nilo e percorso successivamente il deserto di Bajuda, il 20 luglio il gruppo arrivò a Omdurman, porto di Kharṭūm sul Nilo Bianco.
Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino,sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 6 settembre.