La criminalità organizzata a livello internazionale è uno dei temi in discussione durante la conferenza globale di giornalismo investigativo, Gijc23, in corso questa settimana a Goteborg, in Svezia. Tra gli esperti invitati, figura anche Irpi Media, la testata italiana specializzata nel giornalismo d’inchiesta. Un seminario sulle implicazioni internazionali delle attività delle mafie e focalizzando sulle reti globali del narcotraffico ha attirato l’attenzione di giornalisti provenienti da tutto il mondo: “Una significativa parte di questa rete è stata costruita dalla ‘Ndrangheta. Hanno stretto accordi e alleanze con alcuni dei cartelli di narcotrafficanti più potenti e pericolosi al mondo, tra cui il cartello di Sinaloa in Messico”, ha spiegato la co-fondatrice di Irpi Media, Cecilia Anesi, parlando con l’ANSA.
“La ‘Ndrangheta oggi rappresenta una sorta di holding criminale che ha esteso la sua presenza in tutto il mondo. Possiede un potere finanziario inestimabile e pericoloso, oltre a una presenza fisica in settori come i porti, nonché in mercati come l’immobiliare e l’industria alberghiera e della ristorazione”. Il progetto di Irpi, Investigative Reporter Project Italy, è nato durante una conferenza globale Gijc tenutasi a Kiev nel 2012. Giulio Rubino, co-direttore e co-fondatore di Irpi, ha enfatizzato l’importanza di condividere una metodologia e un approccio collaborativo nell’ambito delle inchieste investigative “spesso assente in Italia”, e ha evidenziato inoltre come l’esperienza acquisita in Italia nella comprensione dei meccanismi della criminalità organizzata possa essere preziosa per i colleghi di tutto il mondo.