“A distanza di quattro mesi si giunge ad un punto di svolta nell’iter di adesione al ‘Patto salva città’, grazie al quale il Consiglio comunale di Vibo Valentia ha compiuto un grande passo verso il risanamento dei conti dell’ente”. Ad affermarlo sono i capigruppo della maggioranza Nico Console (Forza Italia), Gerlando Termini (Città futura) e Antonio Curello (Fratelli d’Italia), all’indomani dell’approvazione della delibera con la quale si dà mandato al sindaco Maria Limardo di sottoscrivere l’accordo per il riequilibrio strutturale denominato appunto “Patto salva città”.
“Sulla base del Patto – spiegano i capigruppo – l’ente potrà quindi procedere con l’elaborazione di un nuovo Piano di riequilibrio, all’interno del quale sarà possibile inserire la massa passiva ereditata dall’Organismo straordinario di liquidazione e non ancora coperta, ammontante a circa 11 milioni di euro, e le altre poste di bilancio che costituiscono la massa passiva totale; in questo modo si allontana in maniera chiara, quindi, lo spettro di un altro dissesto. Gli aspetti salienti di questo percorso che l’amministrazione ha opportunamente intrapreso, grazie anche al grande lavoro dell’assessore Maria Teresa Nardo ed alla caparbietà del sindaco Maria Limardo, sono da ricercare nella rilevante opportunità che si materializzerà nel momento in cui verrà firmato il Patto. Da quel momento, infatti, avremo 120 giorni di tempo per riformulare il Piano di riequilibrio valorizzando tutte le prescrizioni ministeriali: dalla riorganizzazione degli uffici all’implementazione del contrasto all’evasione fiscale, dall’incremento delle entrate sugli oneri urbanistici fino alla pubblicità. L’accordo ministeriale – proseguono Console, Termini e Curello – ci consentirà quindi di ripianare il debito in maniera definitiva, con beneficio per tutte le generazioni future. Quanto all’unica misura che inciderà in maniera diretta sul cittadino, ovvero l’addizionale Irpef che passerà dallo 0,8 all’1,2%, è bene rimarcare che la proposta della Giunta era di inserire una soglia di esonero fino a 15mila euro di reddito, ma è stato il ministero ad imporre quella dei 7mila, giudicata maggiormente idonea a garantire le necessarie entrate. Si tratta ad ogni modo, giusto per fare un esempio, di un aumento di poco più di 3 euro al mese, su un reddito medio di 10mila euro, a fronte però di un beneficio che di contro comporterà concrete possibilità di risanamento dei conti dell’ente attraverso una programmazione ragionata non solo per questa amministrazione ma anche per quelle future. Un punto sul quale politicamente non intendiamo indietreggiare, perché ne va dell’avvenire dei nostri figli che vivono nella nostra città e che ci auguriamo possano rimanervi ed esserne orgogliosi, senza patire i disagi derivanti dall’attuale crisi finanziaria che si protrae ormai da troppo tempo”.