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Iemma (Pd): “Disabilità, parola scomparsa dalla campagna elettorale. Ma politica responsabile pensa a tutti i figli, soprattutto quelli speciali”

“Quello che dovrebbe contraddistinguere un buon politico è il senso di responsabilità. Nei confronti della comunità amministrata, delle persone che ne rappresentano il cuore. E’ l’aspetto umano che non dovrebbe mai essere perso di vista, la bussola del nostro agire. Questa convinzione si radica ulteriormente davanti alle testimonianze famiglie che cercano l’aiuto delle istituzioni pubbliche e dei servizi socio-sanitari, e che invece nella quotidianità sentono la politica distante”. E’ quanto afferma Giusy Iemma, candidata del Partito democratico alla Camera Collegio Uninominale Calabria 3.

“La politica è distante dalle problematiche di quelle famiglie che amano e crescono figli speciali. Bambini e bambine diversi, ma uguali, che nel primo giorno di scuola hanno bisogno di docenti di sostegno, che non sono stati nominati; e dovrebbero arrivare in tempo per essere affiancati – afferma ancora Iemma -. La parola ‘disabilità’ non appare in nessun programma elettorale, a differenza della prepotenza con cui i problemi delle famiglie di figli diversamente abili irrompono nella gestione quotidiana. In particolare, non si parla mai abbastanza di autismo: sembra che buona parte del mondo politico si ricordi del popolo delle persone affette da autismo, ma soprattutto delle loro famiglie e dei volontari, particolarmente in occasione del 2 Aprile, la Giornata per la consapevolezza sull’autismo. E, invece, c’è un grande lavoro di assistenza e di aiuto per quanti sono colpiti da questa complessa patologia (che coinvolge direttamente anche le famiglie): le associazioni di volontariato, cattoliche e non, la gente di buona volontà e le grandi organizzazioni ben strutturate come le Fondazioni. Come nel caso della FIA, Fondazione Italiana Autismo. Vorrei battermi per i per i genitori di figli disabili, per la creazione di villaggi per “il dopo di noi”, perché è questa la preoccupazione più grande: non lasciarli soli, abbandonati a loro stessi dopo la morte dei genitori. Penso strutture organizzate e gestite da professionisti in grado di accudirli con professionalità e umanità, magari ville o immobili costruiti su terreni espropriati alla criminalità. Vorrei – conclude Iemma – potermi impegnare perché i fondi del PNRR possano essere utilizzati per accogliere tutti quei bambini, speciali per tutti come per lo sono per le proprie famiglie, che hanno bisogno di essere tenuti in attività e nel gruppo nel primo pomeriggio.  Vorrei avere l’occasione di farlo davvero, da uno scranno della Camera, portando in Parlamento la voce della bella Calabria”.

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