Maltrattamenti, violenza psicologica, ricatto affettivo, svalutazione continua, silenzio forzato, abuso sessuale, espropriazione economica e trascuratezza: sono forme di violenza che non lasciano lividi, ma colpiscono tante donne anziane. Spesso, sono le persone più dimenticate, le meno ascoltate, eppure ogni donna anziana è una storia potente, un patrimonio di memoria, resistenza, amore donato e mai reclamato.
Per tale motivo, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la Fondazione Ra.Gi., che da oltre un decennio garantisce assistenza a persone con varie forme di demenza, ha deciso di promuovere una Campagna di sensibilizzazione a sostegno di quelle donne che quasi nessuno vede, non appaiono nei telegiornali, non diventano simbolo né scandalo, perché si dice tanto erano vecchie.
“Non toccatela. Mai! La sua vecchiaia non giustifica il tuo potere”, da venerdì 21 a venerdì 28 novembre, prevede, ogni giorno, sul sito, sui social e sul canale Yotube della Fondazione, la trasmissione di spot, cortometraggi, manifesti e laboratori che coinvolgono gli ospiti del Centro diurno di Catanzaro, della CasaPaese per demenze di Cicala (struttura socio-assistenziale che ricrea le attività del paese – bar, trattoria, posta, stazione, farmacia – per garantire libertà e dignità a persone affette da una patologia che, spesso, le relega ai margini della società), ma anche la città e le istituzioni.
«Riconoscere la violenza sulle donne anziane significa mettere in discussione la nostra cultura, le nostre famiglie, la nostra idea di potere e di affetto. È l’esito di un sistema patriarcale che, per secoli, ha definito il valore delle donne in base alla loro bellezza, fertilità, disponibilità a curare gli altri. Una volta superati i limiti di ciò che la società considera utile, le donne scompaiono. Diventano ombre, collocate ai margini della comunità» afferma Elena Sodano, presidente della Fondazione Ra.Gi., illustrando questa forma di violenza sottile, ma potentissima, che si chiama indifferenza.
Ideata e strutturata dall’equipe multidisciplinare della Fondazione Ra.Gi. – composta dalle psicologhe Amanda Gigliotti, Valentina Corea, Alessia Falcone, dalle educatrici Manuela Costa, Daniela Cittadino, Giusy Iacopino, Lucia Valise, Laura Pizzari, dalla sociologa e pedagogista Claudia Tomaselli, dall’ operatrice Anastasia Paonessa, dalle assistenti sociali Azzurra Tolomeo e Vanessa Zangari – la campagna racchiude il valore dell’esperienza ultraventennale al fianco di donne anziane con demenza, con la consapevolezza che la loro sofferenza non provoca indignazione, la loro parola non fa rumore.
«Sono vittime di una violenza silenziosa che si consuma spesso tra le mura domestiche, nelle stanze dell’isolamento, nei corridoi della burocrazia indifferente. Talvolta, la violenza diventa un gesto di potere. Un modo per riaffermare la subordinazione, per zittire, per rendere ancora più piccole persone già rese invisibili» spiega Sodano, ribadendo il dovere di proteggere le persone vulnerabili e sviluppare una cultura del rispetto.
Attraverso i prodotti multimediali sarà mostrata anche la violenza che, spesso, nasce dalla stanchezza, dall’ignoranza, dalla mancanza di supporto, ma il risultato è sempre lo stesso, ovvero una profonda lesione della dignità della persona.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Centro di Gerontologia interdisciplinare definiscono l’abuso sugli anziani “un atto singolo o ripetuto, oppure la mancanza di azioni appropriate all’interno di una relazione basata sulla fiducia, che causa danni o angoscia e compromette la salute fisica e mentale della persona anziana”.
«Purtroppo, però, – precisa Sodano – questa definizione, troppe volte, resta confinata nei documenti e nelle conferenze. Nel nulla. Attraverso la mia esperienza quotidiana immersa tra persone fragili, con varie forme di demenza, ho imparato che la violenza della sicurezza maschera l’incapacità di ascoltare».
Ogni giorno, all’interno del Centro diurno e della CasaPaese, l’equipe incontra la fragilità che, nella società odierna, viene interpretata come un’esperienza vergognosa, come se mostrarsi vulnerabili fosse una colpa o una malattia. «Ma la fragilità non è questo, è l’opposto della violenza. Ci chiede di fermarci, di guardarci dentro, di dare valore a ciò che è essenziale. Dovremmo imparare ad ascoltare le nostre fragilità e quelle degli altri, perché chi è fragile è anche chi ha più bisogno di aiuto, gentilezza e comprensione. E in fondo chi produce violenza è soltanto un debole» chiosa la presidente, invitando tutti a seguire la campagna di sensibilizzazione che non è un evento sporadico, ma racchiude l’impegno quotidiano della Fondazione Ra.Gi..
Infatti, per chi volesse denunciare ogni forma di violenza subita da donne anziane, è sempre disponibile il numero verde gratuito 800 034443, a cui, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 13, rispondono le psicologhe, assicurando cura e attenzione, spesso, sottovalutate.
