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Saluto fascista al Malpighi, CNDDU: “Serve il potenziamento della A046 per educare alla legalità”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime sconcerto e profonda preoccupazione per quanto accaduto il 6 giugno scorso presso il liceo Malpighi di Roma, dove un gruppo di studenti maturandi si è reso protagonista di una fotografia di gruppo con il braccio teso nel saluto fascista, accompagnata da simbologie e slogan che richiamano direttamente un’ideologia condannata dalla nostra Costituzione e dalla coscienza democratica del Paese.
Pur riconoscendo il tempestivo intervento della dirigente scolastica, che ha giustamente declassato il voto in condotta, riteniamo che episodi di tale gravità non possano esaurirsi in una sanzione formale. Ci troviamo di fronte a un segnale allarmante: gesti che non sono frutto di “goliardia”, ma espressione di un vuoto educativo che interpella con forza il sistema scolastico nel suo complesso.
Questi comportamenti, ancor più se avallati dal silenzio o dalla sottovalutazione, rischiano di normalizzare simboli e pratiche che appartengono a una stagione buia della nostra storia.
Ribadiamo l’urgenza di rafforzare in ogni scuola i percorsi di educazione civica e alla legalità, potenziando in modo strutturale la presenza della classe di concorso A046 – Scienze giuridico-economiche, attraverso un’azione ministeriale che ne riconosca il ruolo centrale nella formazione democratica delle studentesse e degli studenti.
L’insegnamento del diritto e dell’economia non può restare marginale: serve una figura docente specializzata, stabilmente inserita nel curricolo scolastico, capace di guidare riflessioni consapevoli sui principi costituzionali, sulla legalità e sul contrasto a ogni forma di totalitarismo.
La scuola non è neutra: è luogo di formazione alla cittadinanza, alla responsabilità e al rispetto dei valori antifascisti su cui si fonda la Repubblica. Chi dimentica questo, o lo derubrica a semplice folclore, contribuisce a un clima culturale pericoloso, dove la memoria si dissolve e la democrazia si indebolisce.

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