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Occupazione, le proposte dei Consulenti del Lavoro: “Con salario minimo per legge si torna indietro, sostenere contrattazione collettiva”

Cala il sipario sulla XIII edizione del Festival del Lavoro ed è tempo di bilanci e proposte. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, partendo da un’analisi degli scenari occupazionali del semestre maggio-ottobre 2022, ha riassunto in un documento quali sono le leve che possono favorire la ripresa occupazionale, ancora rallentata dall’elevato costo del lavoro, dall’incertezza del quadro internazionale ed economico e dalle difficoltà che le imprese stanno incontrando nel ricercare profili necessari.

Si parte dal salario minimo, tema di cui si è discusso diffusamente nel corso della tre giorni. La posizione della Categoria è chiara: “Con il salario minimo per legge si torna indietro”, ha affermato la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti, Marina Calderone. “Dobbiamo sostenere la contrattazione collettiva, in particolare quella decentrata di secondo livello che guarda al territorio. Non c’è dubbio – ha continuato Calderone – che a pagare il costo di un salario minimo per legge saranno gli imprenditori. Si tratta di circa 12 miliardi l’anno, con un aumento di circa il 20% del costo del lavoro, che farebbe scaturire l’aumento dei prezzi di beni e servizi al consumo. Un vortice negativo che andrebbe a vanificare l’obiettivo del salario minimo, cioè quello di adeguare le retribuzioni all’aumento del costo della vita”.

Tra le proposte della Categoria anche una riforma delle politiche attive che valorizzi il ruolo dei Centri per l’impiego e rafforzi la collaborazione tra il sistema pubblico e quello privato. Qui un aiuto può giungere dall’utilizzo della blockchain, che consentirebbe la creazione e la verifica delle informazioni con maggiore velocità, sicurezza e trasparenza, facilitando il matching tra domanda e offerta di lavoro mediante la creazione del fascicolo elettronico del lavoratore, nel quale contenere i dati relativi alla professionalità acquisita e alla formazione. Nel documento si sottolinea, inoltre, l’importanza di puntare su formazione permanente e riqualificazione delle competenze di chi è fuori dal mercato del lavoro. L’obiettivo dovrà essere quello di personalizzare gli apprendimenti e individuare un sistema di certificazione nazionale delle competenze che dia impulso all’innalzamento dei livelli di qualificazione e occupabilità per incrementare la competitività e produttività delle imprese e delle professioni e per l’ammodernamento e l’efficacia dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro. Altra proposta, la semplificazione burocratica”.

E’ quanto si legge in una nota della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

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