La bocciatura senza appello dalla Corte Costituzionale sull’autonomia differenziata, segna un momento storico di ripristino della verità e della supremazia della buona politica». È quanto dichiarano Alessia Alboresi e Giuseppe Campana, rispettivamente co-portavoce e coordinatore regionali del partito.
«La Consulta – spiegano – ha dichiarato incostituzionali praticamente tutti quei pilastri fondativi del testo voluto dal governo delle destre, segnando ancora una volta in maniera inconfutabile l’Unità costituzionale della Repubblica e rigettando, si spera in maniera definitiva, ogni idea si una Italia “a due velocità”, del nord e del sud».
«La Corte Costituzionale ha infatti invalidato tutti quei punti che minavano l’unità e il principio di sussidiarietà che stanno alla base dalla nostra Carta costituzionale, in particolare – evidenziano ancora Alboresi e Campana – ha bocciato il meccanismo discrezionale della definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni per i diritti sociali e civili, che nel disegno Calderoli risultavano vaghi e comunque nelle esclusive mani del governo. La Consulta dichiara incostituzionali poi altre norme centrali della legge Calderoli, pur ritenendo non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge posta da quattro Regioni (Puglia, Toscana, Sardegna e Campania). Il comunicato della Corte costituzionale, che anticipa in sintesi i contenuti della sentenza, conferma ciò che come Verdi Europa e Avs sosteniamo e abbiamo sempre sostenuto: la totale aberrazione della legge. Ci siamo mobilitati e abbiamo attuato atti concreti fuori e dentro al Parlamento, fino alla raccolta delle firme per il referendum, contro una legge che spaccherebbe l’Italia definitivamente in due, negando diritti e dignità a milioni di cittadini».
«Continueremo a tenere alta la guardia – concludono Alessia Alboresi e Giuseppe Campana – consapevoli di aver vinto, per ora, solo una prima manche della partita, certi che da parte del Governo non ci sarà nessun dietrofront su questa proposta indecente è inaccettabile».