Riceviamo e pubblichiamo da Adriana Teti*
Caro Sindaco, nonché Presidente del Sistema Bibliotecario Vibonese, ci tengo a puntualizzare alcune cose perché vengo come al solito tirata in mezzo.
Ogni anno, come lei sa, ogni Comune approva il consuntivo (il rendiconto della gestione dell’anno precedente), e si procede prima a verificare tutti i residui attivi che l’ente deve riscuotere.
In qualità di dirigente al patrimonio sono stata chiamata a:
1) Determinare i residui di tutti i fitti attivi del patrimonio del Comune di Vibo Valentia;
2) Attuare le azioni di recupero crediti.
E per onorare il mio ruolo ho fatto il mio dovere, pur essendo alla fine del mio percorso professionale, senza risparmiarmi neanche quando sarebbe stato più comodo lasciare la patata bollente a chi mi avrebbe sostituito.
In tutti questi anni il Comune di Vibo Valentia si è accollato tutti gli oneri per l’apertura del Sistema Bibliotecario, a differenza di tutti gli altri enti, morosi. L’avvio della procedura di risanamento varata dall’ente, poi, non consente il perpetuarsi di questo stato di cose e ciascuno deve fare la sua parte, con i fatti e non a parole.
Io, ci tengo a ribadirlo, non faccio politica e i miei sono atti di gestione, dovuti per giunta, non ripicche o capricci: io rispondo alle leggi e alla Corte dei conti. Appare opportuno ricordare, inoltre, come sulla gestione del Sistema Bibliotecario vi siano in atto accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria, grazie ai quali, ne sono convinta, si riuscirà a comprendere meglio chi e come ha gestito l’ente.
Dal primo giorno del suo insediamento in qualità di Presidente del Sistema Bibliotecario Vibonese, lei era a conoscenza delle mie note nelle quali ribadivo la necessità di apportare le necessarie modifiche alla convenzione tra gli enti.
Consegnare la mia lettera alla stampa, come se giungesse come un fulmine a ciel sereno, è un modo per scaricare le responsabilità sugli altri; in questo modo, e già sta accadendo, si cavalca l’indignazione facile, che non ha bisogno di troppe informazioni per accendersi, contro il Comune che interviene nei confronti di una istituzione morosa e nessuno si indigna contro i responsabili di quelle morosità.
È sempre la solita storia: il malato è grave e ce la prendiamo col medico che ha diagnosticato la malattia, il ponte crolla e accusiamo l’ingegnere che aveva evidenziato le crepe. E chi ha lasciato che le crepe si formassero conciona senza vergogna.
Capisco la sua giovane età, ma non la giustifico, perché queste sono cose serie e non si gioca in maniera populista con temi che andrebbero discussi sul piano giuridico.
Ad ogni modo, a prescindere da questi aspetti, ci tengo ad evidenziare come l’azione intrapresa dal Comune miri esclusivamente a preservare il diritto del Comune di Vibo Valentia di tornare in possesso di una parte dell’immobile, quella dell’auditorium. Infine, resta ferma la possibilità per l’amministrazione comunale di intraprendere tutte le azioni ritenute necessarie per mantenere in essere un servizio che, in sé, è certamente patrimonio di tutti, attraverso un’iniziativa di carattere politico che non spetta a me illustrare o motivare.
*Dirigente Settore Patrimonio Comune di Vibo Valentia