“Con la tragedia a Thurio e la chiusura della linea ferroviaria ionico-cosentina, i pendolari che utilizzano l’infrastruttura sono in balìa della fortuna. A seguito della cancellazione dei treni della tratta Sibari-Catanzaro Lido non sono stati, infatti, introdotti bus sostitutivi e ancora una volta vi è la mancanza di una comunicazione trasparente da parte di Trenitalia.
A ciò si aggiunge la diaspora dei calabresi che si rinnova ad ogni festività. Nel periodo natalizio persino il bus, scelto per il minor prezzo e per le carenti interconnessioni con l’entroterra, risulta un salasso. Si registrano incrementi del prezzo anche del 324%, forti e insostenibili rincari per le frecce e aumenti fino al 1.100% delle tariffe voli da Milano/Roma per Sud e Isole. La linea ferroviaria jonica è stata realizzata nel 1866 e fondamentalmente tale è rimasta, un unico binario a dispetto della linea tirrenica.
La SS 106 dai lavori infiniti e la scarsissima sicurezza stradale, invece, è stata realizzata alla fine degli anni ’20 e da allora quasi totalmente invariata sia per tracciato che per struttura. Utilizzata per trasporto merci oltre che per spostamenti privati, presenta numerose inadeguatezze strutturali quali una sola corsia per senso di marcia, l’assenza di uno spartitraffico a dividere le due direzioni e un tracciato che taglia una decina di paesi abitati in cui è previsto, e anche inaspettato, l’attraversamento pedonale e non di rado, quello di mezzi agricoli, animali e ciclisti.
Alla luce dei recenti incidenti e dei problemi di gestione dell’ordinaria amministrazione non comprendiamo il silenzio dei sindaci coinvolti che dovrebbero essere portavoce e ambasciatori delle reali esigenze cittadine. Il traffico automobilistico nei prossimi giorni è destinato a crescere per sopperire ai disagi ferroviari e per il ritorno a casa dei fuori sede. A intenzione e atto di differenziare i servizi – come quello sanitario – non segue una differenziazione della fiscalità. E mentre il diritto alla mobilità diventa sempre più un miraggio e non vi è posto alcun rimedio al viadotto Ortiano 2 crollato a maggio, il governo continua ad aizzare il progetto salatissimo del ponte sullo Stretto.
Il ponte sullo Stretto – contrariamente a quanto ci presenta Salvini e ancor più grave, gli esponenti politici del meridione che vivono la drammatica e atavica situazione delle infrastrutture e dei trasporti – non risolve i problemi strutturali del meridione. Al di là della sua fattibilità andrebbe inserito in un progetto e in un processo di modernizzazione per tutta la rete ferroviaria e autostradale, urgente e neppure lontanamente iniziato. Si deve, quindi, procedere per priorità ed è bene che le Istituzioni e la politica tutta lo faccia, prendendosi le responsabilità dei ritardi, delle decisioni che mietono vittime e della pessima qualità di vita che conduce chi vive questo territorio
Ci appelliamo a chi amministra questi luoghi per far sì che le difficoltà dei cittadini vengano realmente ascoltate.
Siamo pronti, come già fatto in passato, ad ogni forma di iniziativa sia in qualità di cittadini organizzati che tramite i nostri consiglieri comunali”.
Così, in una nota, il movimento gruppo consiliare “Le Lampare”.